Rinnovata e anche plug-in

Arrivata nel 2016, la suv media Volkswagen Tiguan è stata leggermente rinnovata nello stile e nelle dotazione durante la seconda metà del 2020. L’aggiornamento ha riguardato anche la sostanza, con novità nel sistema multimediale, negli aiuti alla guida e nei motori. Il 2.0 a gasolio ora è Euro 6d, migliorato nell’erogazione e nei consumi e proposto nelle versioni da 122, 150 e 200 cavalli. Inoltre è arrivata anche l’ibrida plug-in 1.4 eHybrid, da 245 cavalli combinati, a trazione anteriore e con cambio robotizzato a 6 marce; questa vettura, partendo con la batteria carica al 100%, percorre in media 64 km in modalità solo elettrica (nel ciclo di omologazione WLTP) e ha prezzi da 42.550 euro. Infine, debutta la supersportiva 2.0 TSI R. Venduta a 59.350 euro, ha 320 CV, la trazione integrale e prestazioni molto elevate: 250 orari e 4,9 secondi nello “0-100” i valori dichiarati.

Noi abbiamo guidato invece la versione alla base della gamma: la Volkswagen Tiguan 1.5 TSI turbo a benzina da 150 cavalli; un’auto solo a trazione anteriore, che può interessare chi non ne fa un uso intensivo e venduta a partire da 34.050 euro (ma c’è anche una versione con 131 CV, a 32.300 euro).   

I prezzi non sono bassi, ma tutte le Volkswagen Tiguan hanno di serie i fari a led e una buona dotazione di aiuti alla guida: frenata automatica d’emergenza, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, monitoraggio dei veicoli in arrivo alle spalle, allarme per traffico trasversale mentre si fanno le “retro” e cruise control adattativo (e in più predittivo, cioè che regola la velocità anche in base all’andamento della strada e ai limiti, nella R-Line). 

La riconosci dal frontale

I fari e la mascherina meno squadrati, uniti al cofano rialzato, rendono meno austero il frontale della Volkswagen Tiguan. Che resta comunque una suv classica nelle proporzioni e caratterizzata da linee tese e spigolose. Piuttosto vistosi i particolari di questa sportiveggiante R-Line: i cerchi in lega di 19”, gli ampi inserti “a C” nel paraurti anteriore e quelli che simulano degli scarichi nel posteriore. Di lato, poi, scompaiono le protezioni nere nella parte bassa delle porte presenti nelle altre versioni dal look meno grintoso. 

“Clima” a sfioramento

Limitate anche le modifiche all’abitacolo della Volkswagen Tiguan: il raffinato e potente “clima” trizona (il guidatore, il passeggero anteriore e quelli sul divano possono gestire in modo indipendente la temperatura dell’aria che esce dalle bocchette a loro dedicate) ha ora comandi a sfioramento: sono intuitivi e pronti nella risposta, ma richiedono di distogliere lo sguardo dalla strada, dato che la plancetta è molto in basso. Aggiornato il sistema multimediale, che ha comandi touch sul volante, è connesso (alcune funzionalità dell’auto, come le luci e i finestrini, sono controllabili anche a distanza, dallo smartphone) e dispone di due prese Usb-C anteriori (mentre dietro ne è prevista solo una, a 110 euro); di serie ci sono il navigatore, Android Auto e Apple CarPlay (in versione wireless), nonché un display di 8” rapido nel reagire ai comandi. Anche il cruscotto, digitale di 10,3” e configurabile così da poter mostrare la mappa del Gps, è moderno e facile da consultare. La plancia (con inserti che simulano la fibra di carbonio nelle R-Line) è invariata e molto tradizionale; rimane anche il pomello delle luci posto sulla sinistra, che incorpora le spie (nascoste, per chi guida, dalla corona del volante). 

Futuribile no, pratica sì

L’abitacolo della Volkswagen Tiguan non colpisce per la modernità, ma resta sempre valido per spazio, praticità e cura nelle finiture: in cinque si viaggia bene e i portaoggetti sono tanti e capienti (con il cassetto nelle plancia refrigerato). La posizione di guida è decisamente rialzata, con volante molto inclinato in avanti: un po’ “da furgone”, ma gradevolmente dominante. Ampie le regolazioni (che, per entrambi i sedili, includono quella in altezza e della zona lombare). Dietro, poi, si può sfruttare il divano con schienale reclinabile all’indietro di alcuni gradi per rilassarsi nei lunghi viaggi, e ci sono delle piccole tasche sul retro dei sedili anteriori fatte apposta per gli smartphone. Bene le doti di carico: il vano è capiente, ben equipaggiato, rifinito e accessibile (per 825 euro il portellone si spalanca elettricamente anche senza dover usare le mani). Il pianale è posizionabile su due livelli e ci sono anche il divano in tre parti reclinabili scorrevole (manca, però, un raccordo col piano di carico quando lo si sposta in avanti) e lo schienale del sedile anteriore ripiegabile in avanti per i carichi particolarmente lunghi. 

Fluida e maneggevole

Su strada, la Volkswagen Tiguan 1.5 TSI si dimostra a punto: tiene bene la strada e ha uno sterzo preciso. Facile da modulare la frenata. Dei quattro cilindri, due si disattivano automaticamente quando serve poca potenza, per ridurre i consumi. Ma il 1.5 non ci è sembrato un “campione” da questo punto di vista: a fronte dei 13,8 km/l dichiarati, dopo questa prima presa di contatto (su strade collinari affrontate senza “correre”) il computer di bordo mostrava circa 12 km/l. La dote migliore del motore è la fluidità: la spinta è piuttosto consistente, tanto da giustificare i 9,2 secondi dichiarati per lo “0-100”, ma soprattutto progressiva. A velocità costante è silenzioso (con il valido cambio robotizzato in settima, a 130 km/h corrispondono 2600 giri) mentre in piena accelerazione romba fin troppo per un’auto da famiglia. 

Secondo noi

PREGI
> Finiture. I materiali sono di buona qualità e gli assemblaggi precisi.
> Guida. L’auto è agile e precisa; tutti i comandi sono facili da gestire.
> Spazio. È abbondante, per persone e bagagli; molte le soluzioni pratiche.

DIFETTI
> Comandi. Non tutti i tasti sono facili da usare o nella posizione corretta.
> Posizione di guida. Si sta comodi, ma il volante così inclinato in avanti non piace a tutti.
> Rombosità in accelerazione. Quando gli si chiede tutto, il 1.5 alza un po’ troppo la voce per una suv da famiglia.

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