Porto, Portogallo, 22 Maggio. C’è chi pensa alla scelta delle gomme, chi all’ordine di partenza, allo stato di sviluppo della macchina e all’assetto più o meno indovinato. Lana caprina. Ogni tanto c’è qualcuno che se ne frega di tutto questo, mette giù il piede e diventa padrone della situazione senza lasciare spazi a pensieri o azioni. Ecco che il pensiero si polarizza, ed ecco Tanak Ott, Campione de Mondo 2019 e primo ufficiale Hyundai dell’era Adamo, che spacca il mondo. Questo non significa, come si dice, che abbia spento il cervello. Tutt’altro, il Tanak in questione ha semplicemente razionalizzato una situazione che rischiava di diventare insostenibile e, radendo al suolo gli ostacoli delle elucubrazioni, sue e degli altri, ha fatto una differenza abissale. Tanta differenza, e proprio quando era, sì possibile, ma niente affatto scontato.

In quel momento in molti si sentono “traditi”. Sono tutti quelli che si aspettavano altro, più o meno ragionevolmente. Chi si aspettava un boato di Evans o un ritorno dinamitardo di Ogier, chi un nuovo exploit di Sordo. Ogier, invece, si concede una mezza giravolta nella decima e da quel momento anche un sette volte Campione del Mondo fa i suoi conti e decide di volersi accontentare di andare a punti, “strategia” tutto sommato sempre redditizia.

Sempre in quel momento particolare, nel bilico di indecisione del giudizio resta il solo Sordo. Lo spagnolo, vista passare tra le dita la sabbia fine dell’illusione, a causa di uno “stallo” e del degrado precoce delle sue gomme, Venerdì, può ancora decidere della gara della vita. Ogni chilometro che passa, tuttavia, scorre davanti ai suoi occhi l’immagine del Manager Adamo che lo richiamava al dovere di responsabilità per cui occupava quel sedile. Punti. Punti per la Marca. Punti per difendere il Titolo Costruttori. Sordo fa il suo dovere, impeccabile.

Vieira do Minho, 20 chilometri, Cabeceira de Bastos, 22, e Amaranto, la bellezza di 37 chilometri, la più lunga del lungo sabato e dell’intero Rally de Portugal. Sì, poi c’è anche la Porto-Foz, nome più lungo del tracciato, appena 3 chilometri e tre. Si entra nel Sabato con tre Piloti, Tanak, Evans e Sordo in meno di dieci secondi, poi Tanak spegne la luce alle sue spalle e lascia tutti al buio. Primo giro. Primo-primo-primo, e il suo vantaggio, appena percettibile alla vigilia, diventa un lucchetto della corsa ormai nelle mani dell’estone. L’Ott che sembrava più il Lurch degli Addans che il biondo festoso del Titolo, paga il “debito” di quello “zero” al Monte-Carlo, si rimette a pieno diritto in corsa per il premio di fine stagione e ritrova finalmente il sorriso. Evans vince la seconda Vieira, ma Tanak torna in cattedra e vince la successiva Cabeceira, settimo centro personale. Avanti. Il suo vantaggio è triplicato, ventidue secondi a Evans e oltre mezzo minuto a Sordo. Sembra non esserci storia.

Amarante 2. Magia e maledizione. Stupendo Ostberg che con una Rally2 Citroen chiude i 37 chilometri al sesto posto assoluto. Non vincerà la WRC2 in mano a Lappi, ma è bello vedere tornare il norvegese dove deve stare. Convincente Fourmaux, quinto. Senza dubbio la ventata di questa primavera a Dovenby Hall. Poi le brutte storie. Greensmith con un problema di intermittenza di motore, Rovanpera che deve dare forfait per un guasto non chiaro. Infine il fattaccio: Tanak è out! Una botta alla i20 e una al morale, entrambe fatali. Una bella botta anche per Andrea Adamo, che immagino ne abbia abbastanza dei suoi in questo Rally sfortunato ed eccessivo. Prima Neuville, ora Tanak. Resta in gara Sordo, secondo, ancora “a tiro” e bravo, ma insufficiente per soddisfare ambizioni e obiettivi.

Quasi ci dimentichiamo di Evans. Primo a pieno diritto. Se uno davanti sbaglia così non si può venire a dire che Evans è fortunato. Evans è bravo, sta lì e semmai dimostra di saper gestire il proprio limite. Cosa che oggi e ieri non tutti hanno mostrato di saper fare. Beh, lasciamo perdere…

Che succede ora? Nessuno provi a dirlo. Di certo è stato un Rally sensazionalmente di marca Hyundai. Ora è di nuovo terreno di caccia delle Toyota.

Domenica è Fafe. Vero, ci sono anche la Fugueiras, due volte, e la Montim, ma chiunque abbia fatto il viaggio, anche immaginario, fino in Portogallo, l’ha fatto pensando al delirio dell’ultimo salto visto dalla collina. È l’icona del Rally, come il salto di Micky sulla Monte Lerno del Rally Italia Sardegna (il prissimo appuntamento con la leggenda del WRC, da non mancare, 3-6 Giugno)

 

© Immagini -Toyota TGR-DAM, Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport Media

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