Può sembrare un paradosso che proprio nei giorni in cui un buon numero di Paesi, tra cui alcuni dei più popolosi del mondo (e tra loro anche l’Italia), hanno annunciato la data – per qualcuno piuttosto prossima – da cui non consentiranno più la vendita di auto a benzina e Diesel, uno dei costruttori più impegnati nel processo di elettrificazione spezzi una lancia a favore di quei motori, affermando invece che la loro fine non è poi così vicina.

Le parole, rilasciate in un’intervista ad Automotive News, sono di Markus Duesmann, CEO del marchio Audi e responsabile ricerca e sviluppo, il quale ha dichiarato che ci vorrà un po’ prima che i motori tradizionali escano del tutto di scena. Persino i Diesel, che malgrado i molti attacchi rimangono i più efficienti tra quelli a combustione interna.

Il futuro resta elettrico, però…

Intendiamoci, nessun dubbio sul fatto che la strada per la mobilità di domani rimanga quella dell’elettrico – e non potrebbe essere altrimenti nemmeno per la stessa Audi, nei cui piani ci sono ben 20 modelli a sola batteria entro il 2025 – ma la sigla TDI non diventerà “storia passata” così rapidamente come si sarebbe portati a pensare.

E anche se i costi degli adeguamenti ai sempre più severi livelli di emissioni hanno reso questa tecnologia proibitiva per le fasce inferiori del mercato, da cui già oggi i Diesel sono spariti o stanno velocemente sparendo, questi motori restano sostenibili sull’alto di gamma, specie quello premium, e per veicoli da lunghe percorrenze.

All’atto pratico dunque, non soltanto i motori ICE (Internal Combustion Engine, come sono definiti oggi gli endotermici) non saranno abbandonati troppo in fretta, ma non si interropmerà nemmeno lo sviluppo mirato a renderli ancora più efficienti.

Secondo Duesmann, la fine degli ICE sarà più una decisione politica e comunque non avverrà nello stesso momento in tutto il mondo, l’Europa sarà probabilmente l’ultimo baluardo del motore Diesel, mentre quello a benzina avrà una vita più lunga, soprattutto nei mercati emergenti.

E senza andare troppo lontano, anche in Italia, dove molti comuni metteranno al bando dal prossimo gennaio i Diesel Euro 4gli incentivi varati ad agosto per l’acquisto di auto tradizionali hanno già quasi esaurito i fondi, mentre quelli per le auto elettriche promossi molto prima sono ancora largamente disponibili. Segno ulteriore che anche forzando la mano, la transizione elettrica non avrà tempi rapidi.

Le alternative pronte

Non bisogna poi dimenticare il fondamentale nodo dei combustibili, visto che le sorti dei motori endotermici non devono necessariamente essere legate all’esigenza di affrancarsi dal petrolio. Esistono infatti già oggi soluzioni alternative come il metano, la cui filiera bio e rinnovabile è in espansione.

Oggi – secondo paradosso di giornata – il Gruppo Volkswagen, che al momento è il più prolifico nel lancio di nuovi modelli a gas naturale, ha fatto sapere (smorzando però i toni in un secondo momento) di non aver intenzione di proseguirne lo sviluppo per ragioni puramente economiche, ma di qui a qualche anno, con i mutamenti del panorama, potrebbe sempre rivedere i piani.

Altre soluzioni

Infine, non bisogna dimenticare la ricerca su altri fronti. Come i carburanti sintetici, che potrebbero dividersi le risorse con l’idrogeno per la frontiera delle celle di combustibile, ma rappresentare anche la prossima era per i cari vecchi motori a combustione interna.

E se ci sembra uno scenario troppo distante, non dimentichiamo che pochi giorni fa l’Unione Petrolifera Italiana ha annunciato addirittura il cambio di denominazione in Unione Energie per la Mobilità, sottolineando il processo di conversione dal petrolio ai combustibili ricavati da fonti sostenibili. Segno che non per tutti l’obiettivo è quello di affidarsi interamente alla batteria.

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