Fino a non molti anni fa eravamo abituati a sentir dire che quel tale modello derivava da quell’altro, o meglio che “nasceva sullo stesso pianale”. Significava che le due vetture condividevano la struttura di base e parte dei lamierati, della meccanica e dei motori. Era tuttavia un discorso limitato per lo più a vetture della stessa categoria, con dimensioni simili.

Poi, ad un erto punto, tutto è cambiato e le Case hanno iniziato a sviluppare le cosiddette piattaforme modulari, delle sorte di matrici universali che consentivano di rendere flessibile al massimo lo sviluppo dei modelli. E di realizzare una maggiore varietà di vetture, di dimensioni anche molto differenti, con una base comune. Ma è davvero possibile costruire una city-car o una grande monovolume con gli stessi pezzi? Non esattamente, ma quasi.

Cos’è una piattaforma

Prima di approfondire l’argomento, è giusto soffermarsi un attimo sul significato dell’espressione piattaforma. Si usa indicarla anche con il termine pianale e prima ancora telaio, che in origine tendeva ad indicare proprio il “pavimento” o la struttura di base dell’auto. Oggi invece, proprio con l’arrivo del sistema modulare, il concetto di piattaforma si è fatto più articolato. Include infatti alcuni elementi progettuali e tecnici come:

  • Architettura (posizione del motore e trazione)
  • Misure di massima (passo e carreggiate)
  • Posizione di alcuni elementi-chiave (serbatoio, pedaliera)
  • Gamma motori, cambi e trasmissioni
  • Hardware tecnologico, ovvero dispositivi di infotainment e di sicurezza

In sintesi, possiamo dire che una piattaforma comprenda le caratteristiche di massima di un modello e tutti gli elementi che può contenere a livello meccanico e tecnico. Scelti e definiti per ciascun modello attingendo a questa ricca “banca organi”. E le piattaforme modulari offrono una scelta particolarmente vasta, con la possibilità di spaziare molto anche in termini di misure.

I vantaggi

Il beneficio maggiore in una piattaforma modulare è quello di poter standardizzare alcune parti, in modo che siano utilizzabili per tutte le possibili varianti di modello: parliamo di parti strutturali, elementi di sostegno, ma anche dei moduli che compongono il pianale vero e proprio, e soprattutto di meccanica, motori, cambi, trasmissioni ed equipaggiamenti.

Questo rende possibile anche uniformare gran parte della produzione, procedure e macchinari, facendo risparmiare un bel po’ rispetto a quando tutti i modelli – o quantomeno tutti i segmenti – avevano uno sviluppo autonomo e basi create appositamente. Quanto? si arriva al 40% sui costi di sviluppo e produzione di ciascun modello e al 30% sui componenti.

Piattaforme modulari, cosa sono e che vantaggi offrono

Piattaforme modulari, quali sono

Il primo ad aver annunciato l’adozione di un pianale ultraflessibile è stato il Gruppo Volkswagen con la MQB: si tratta di una piattaforma per veicoli a motore anteriore trasversale e con trazione anteriore o integrale, l’architettura oggi più diffusa, e ha sostituito in un sol colpo i tre pianali PQ25, 35 e 46, quelli su cui sorgevano precedentemente Polo, Golf e Passat e tutti i modelli da loro derivati anche con i marchi Seat, Skoda e Audi.

 AUDISEAT/CUPRASKODAVOLKSWAGEN
MQBA1, A3, TT, Q2, Q3Ibiza, Arona, Leon, Ateca, Tarraco, FormentorFabia, Scala, Octavia, Superb, Kamiq, Karoq, KodiaqPolo, Golf, Touran, Passat, Arteon, Tiguan, Caddy, T-Cross, T-Roc, Tiguan

La Casa dei Quattro Anelli lo utilizza solo per A1, A3, TT, Q3 e Q2, perché dalla A4 in poi entra in gioco una seconda piattaforma per modelli a motore longitudinale chiamata MLB (oggi MLB Evo), da cui nascono non soltanto tutti i modelli Audi dalla A4 alla A8 (SUV compresi), ma anche i SUV Bentley Bentayga, Lamborghini Urus, Porsche Cayenne.

 AUDIBENTLEYLAMBORGHINIPORSCHE
MLBA4, A5, A6, A7, A8, Q5, Q7, Q8, e-tronBentaygaUrusMacan, Cayenne

La caratteristica del pianale MQB è di avere misure totalmente variabili, ad eccezione di due che sono il punto di partenza per ogni modello: la distanza tra l’asse anteriore e la pedaliera e la posizione del serbatoio. Per il resto passo, carreggiate, fisionomia e tutto il resto possono essere modificate a piacimento, permettendo di sviluppare dalle utilitarie fino alle ammiraglie. Unica deroga è piattaforma delle city car Volkswagen up!, Seat Mii e Skoda Citigo.

Flessibile ma non ancora “multi-energy”, il pianale MQB può ospitare modelli con alimentazione alternativa e ibrida, ma per le elettriche pure di nuova generazione inaugurate dalla ID.3 è stata progettata la piattaforma MEB.

Piattaforme modulari, cosa sono e che vantaggi offrono

E gli altri?

Quasi tutti i costruttori – ma sarebbe meglio dire grandi gruppi – oggi adottano piattaforme modulari, anche se in pochi hanno esteso il concetto su una scala così vasta come il Gruppo Volkswagen. Ci si avvicina Il Gruppo PSA con la piattaforma EMP2 – usata per tutti i modelli compatti e superiori – e con la CMP, che invece ha dato vita alle nuove utilitarie (208, 2008, Opel Corsa e Mokka, mentre Citroën la utilizza per la nuova C4 e le prossime generazioni di C3 e derivate). Per i futuri modelli elettrici, invece, è stata da poco presentata la nuova eVMP. Si tratta di piattaforme che promettono di essere utilizzate anche per i prossimi modelli FCA, dopo la costituzione del Gruppo Stellantis.

 CITROËNDSOPELPEUGEOT
CMPC43 CrossbackCorsa Mokka208, 2008
EMP2C4 SpaceTourer, C5 Aircross, Berlingo7 Crossback, 9 e-TenseGrandland X, Combo, Zafira Life308, 3008, 508, 5008, Rifter
Piattaforme modulari, cosa sono e che vantaggi offrono

Il Gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi ha invece un pianale che si chiama CMF (Common Module Family), di cui però esistono varianti a seconda della classe dei modelli da sviluppare: la A per le nuove “piccole” come Kwid e Dacia Spring, la B per le utilitarie come Clio, Captur, Nissan Juke e Dacia Sandero, la C/D per i modelli compatti e medi come Megane e Qashqai, fino alla Espace. Esiste poi la CMF-EV per le nuove elettriche, inaugurata da Nissan Ariya.

 DACIANISSANRENAULT
CMF-ASpring  

CMF-B

nuove Logan e SanderoJukeClio, Captur
CMF-C/D Qashqai, X-TrailMegane, Scenic, Talisman, Espace, Kadjar, Koleos
CMF-EV Ariya 

 

Piattaforme modulari, cosa sono e che vantaggi offrono

Idem per Toyota, che ha inaugurato qualche anno fa la nuova TNGA (Toyota New Global Architecture), di cui esistono però anche qui diverse declinazioni, dalla B per Yaris a Yaris Cross alla C per Corolla, Prius e derivate, alla K per RAV4 e tutte le berline e i SUV di taglia media proposti sui vari mercati.

 LEXUSTOYOTA
TNGA-B Yaris, Yaris Cross
TNGA-CUXCorolla, Corolla Cross, Prius
TNGA-KESRAV4 (Suzuki Across)
TNGA-LLS, LC 
TNGA-N Mirai

 

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