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Audi ha la “ur-quattro”, Mercedes la 190 Evoluzione, BMW la M3 E30: tre modelli Anni ’80 che hanno segnato l’inizio di una bella tradizione di medie dalla forte vocazione sportiva, trasportata tanto in pista quanto sulle strade.

Nel caso di BMW, tuttavia, la prima M3 non è considerata soltanto la madre di tutte le M3, ma delle M in generale. Perché sebbene sia arrivata un anno dopo la prima M5, l’ha quasi surclassata in popolarità, tanto da far pensare a molti che la dinastia delle stradali curate dal reparto Motorsport di BMW sia nata con lei.

La 2 porte che non volle chiamarsi coupé

La base della prima M3 era la berlina a 2 porte E30, seconda generazione di quella Serie 3 che aveva sostituito le apprezzate 02. Non una coupé, quella sarebbe arrivata con la successiva generazione E36, anche se viene spesso identificata come tale, ma una sedan lunga poco più di 4,3 metri e con un passo di 2,56.

BMW M3 E30 in pista

Se il modello base guardava per le sue evoluzioni commerciali alla Mercedes 190, la più acerrima rivale del tempo che aveva anche versioni sportive come la 2.3-16, la M3 era inizialmente nata da altre necessità, in primis quella di sviluppare una vettura da competizione che potesse impegnarsi nel Gr. A e portare avanti la vittoriosa tradizione delle possenti Serie 6.

BMW M3 E30 posteriore

BMW M3 E30 posteriore

Lo sviluppo e l’omologazione richiedevano, come di consueto, la derivazione da una vettura stradale, ragion per cui il reparto Motorsport aveva pensato bene di metter mano alla più giovane e compatta vettura a listino e sottoporla alla sua cura rinvigorente. Telaio rivisitato, carreggiate ampliate sottolineati da parafanghi bombati e modifiche in varie altre parti della carrozzeria, compresi il coperchio del bagagliaio (con l’aggiunta di un vistoso alettone) e montanti posteriori, e naturalmente un motore da corsa.

BMW M3 E30 strumenti

BMW M3 E30 strumenti

Il primo 16V

Il 4 cilindri fu realizzato prendendo come base un motore 2 litri di Formula 2, ma elevando la cilindrata fino a 2,3 litri, anche per dargli l’affidabilità necessaria all’uso stradale e, soprattutto, montando una nuova testata a 16V, la prima mai apparsa su un modello della dinastia a cui la Serie 3 apparteneva.

BMW M3 E30 badge

BMW M3 E30 badge

Con questo trattamento, il motore erogava 200 CV a 6.750 giri e appena 5 CV in meno nella variante catalizzata, abbastanza da spingere l’auto, del peso di soli 1.200 kg e dotata di cambio manuale a 5 marce e differenziale autobloccante al 25%, fino a 235 km/h con 0-100 in meno di 7 secondi. Ancora oggi, guidarne una è un privilegio e un’emozione unica.

BMW M3 E30 motore 2.3

BMW M3 E30 motore 2.3

Le Evo

Presentata nel 1986, la M3 in realtà iniziò ad essere consegnata ai clienti soltanto a partire dall’anno seguente visto che la produzione era laboriosa e dai volumi limitati. La richiesta superiore alle attese fece il resto, rendendola una vettura subito ambita e relativamente difficile da avere.

BMW M3 E30 Evolution

BMW M3 E30 Evolution

A questo si è aggiunta nel tempo la costante evoluzione tecnica, andata di pari passo con una fortunata carriera sportiva che ne ha accresciuto ancora la popolarità. Il primo step risale appena al 1988, quando la M3 subì una prima e già profonda rivisitazione meccanica che elevò la potenza massima di una ventina di CV.

BMW M3 E30 Evolution motore

BMW M3 E30 Evolution motore

Il modello catalizzato così modificato passava a 215 CV prendendo il nome di “Evolution” o confidenzialmente Evo I. Arrivò nell’89 preceduto di poco dalle edizioni limitate dedicate ai piloti Cecotto e Ravaglia, che guidavano con successo le versioni da corsa.

Quello non catalizzato, chiamato Evo II, fu disponibile da subito con prestazioni analoghe. Entrambe toccavano i 240 km/h e si distinguevano per le ruote con cerchi da 16 x 7,5 pollici, il lunotto e i finestrini più sottili e leggeri, uno splitter anteriore più grande e uno spoiler posteriore aggiuntivo.

BMW M3 E30 Evolution II

BMW M3 E30 Evolution II

La cabrio e la Sport Evolution

Nel 1989 arrivò il secondo e ancor più importante upgrade, accompagnato dall’introduzione della prima e unica variante di carrozzeria, la M3 Cabrio, basata sul modello decapottabile ma dotata del motore meno potente della M3 prima serie, quello da 200 CV, sufficiente comunque a portarla a 228 km/h. Sulla base di una di queste il reparto Motorsport costruì un esemplare unico, un pick-up usato per trasportare i componenti all’interno dello stabilimento di Garching

BMW M3 E30 Cabrio

BMW M3 E30 Cabrio

La berlina, invece, vide una ulteriore Evoluzione in edizione limitata, resa necessaria dal bisogno di omologare una nuova versione da competizione. La Sport Evolution, nota anche come Evo III tra gli appassionati, aveva un motore portato a 2,5 litri e 238 CV al regime di 7.000 giri e dettagli distintivi, come la griglia del paraurti ampliata e i fendinebbia sostituiti da condotti per ventilare meglio i freni, uno splitter anteriore regolabile e un alettone più grande.

BMW M3 E30 Sport Evolution 89 fronte

BMW M3 E30 Sport Evolution 89 fronte

Per molti è ancora la regina

La M3 E30 venne prodotta fino al 1992, quando la Casa aveva già quasi ultimato lo sviluppo della sua erede su base E36 (stavolta una vera coupé, e a 6 cilindri), in poco meno di 18.000 esemplari di cui circa 780 Cabrio.

BMW M3 E30 Sport Evolution 89 targhetta

BMW M3 E30 Sport Evolution 89 targhetta

Oggi, una M3 prima serie o Cabrio in buone condizioni può valere dai 50.000 ai 70.000 euro per gli esemplari migliori e più conformi all’originale, mentre per le Evolution e Sport Evolution si arriva a 80.000 e anche 120.000 euro. Non a caso: pur con degne eredi, le E30 sono ancora considerate tra le migliori M3 di sempre.

BMW M3 E30 Johnny Cecotto Edition

BMW M3 E30 Johnny Cecotto Edition

BMW M3 E30 Roberto Ravaglia Edition

BMW M3 E30 Roberto Ravaglia Edition

BMW M3 E30 Roberto Ravaglia Edition

BMW M3 E30 Roberto Ravaglia Edition

Pregiate, ma con trattative da condurre al momento, le serie speciali Cecotto e Ravaglia, la prima prodotta in sole 480 unità (una di recente è stata venduta a prezzi da supercar), la seconda in appena 25 esemplari. C’è una seconda serie di “Cecotto Edition” realizzata per la Svizzera in 80 unità che tuttavia, per soddisfare le norme di quel Paese, usciva di fabbrica con un motore depotenziato a poco più di 150 CV.

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