Nata nel luglio 2013, la patente a punti è da sempre al centro di un dibattito. La questione è molto semplice: questo strumento, creato dal legislatore per migliorare la sicurezza stradale, ha effettivamente abbassato il numero di incidenti? Sulla materia gli esperti sono divisi. Da una parte, c’è chi sostiene che la patente a punti abbia esercitato, almeno all’inizio, la sua funzione deterrente. Dall’altra, i detrattori della patente a punti ritengono che sia troppo facile recuperare il credito perso dopo le infrazioni e che per questo gli automobilisti imprudenti, non temendo di restare a zero punti, continuino a violare il Codice della Strada. Al di là dell’utilità della licenza col punteggio, andiamo allora a vedere come si riottengono i punti persi.

Tris da conoscere

#1. Come funziona e quali rischi. Ogni titolare di patente B per l’auto ha a disposizione 20 punti. Chi commette infrazioni al Codice della Strada di un certo peso, subisce due provvedimenti: la sanzione in euro e il taglio di un certo numero di punti della patente. Quanti? Lo dice la tabella allegata all’articolo 126 bis del Codice della Strada. Solo per fare un esempio, un passaggio col semaforo rosso costa 162 euro e 6 crediti. Chi commette più infrazioni in una volta sola, può perdere 15 punti al massimo, con un’eccezione: nessun limite se l’infrazione comporta la sospensione o la revoca della patente. I punti vengono tolti dalla patente di chi era alla guida al momento dell’infrazione, non da quella del proprietario del veicolo. Se non è possibile identificare il conducente (vedi autovelox e multa a casa), il verbale viene inviato al proprietario del veicolo: questi deve comunicare entro 60 giorni all’organo di Polizia che ha accertato la violazione, i dati personali e della patente di chi era alla guida al momento dell’infrazione (se non lo fa, multa supplementare di 300 euro, spese di spedizione incluse). Ed ecco il rischio di chi esaurisce tutti i punti: deve rifare gli esami per la patente. Insomma, scatta la revisione della licenza di guida. C’è quindi un nuovo esame di teoria e di guida: per chi passando l’esame, avviene la ricarica dei 20 punti iniziali. Se l’esame non viene superato, la patente è revocata. Inoltre, se il titolare non si sottopone all’esame di revisione, la patente viene sospesa a tempo indeterminato dalla Motorizzazione e ritirata.

#2. Il recupero fai-da-te. Il meccanismo di recupero fai-da-te è semplice: se in due anni, dopo aver perso punti, non si prendono multe col taglio di punti, allora si torna a 20 punti. Proprio questo aspetto è criticato da chi ritiene che, così, la patente a punti perda efficacia. Non solo: chi non commette nessuna infrazione, a ogni biennio avrà due punti in più, fino a un massimo di 30 punti in totale. Ma come sapere quanti punti si hanno sulla patente? C’è il numero a pagamento 848782782 del ministero dei Trasporti; in alternativa, si consulta il sito del ministero ilportaledellautomobilista.it, si inserisce il numero della patente e il gioco è fatto.

#3. Il corso per il reintegro. Il CED (Centro Elaborazione Dati) del ministero dei Trasporti comunica all’automobilista il taglio di punti. E dà l’ok alla frequenza di un corso di recupero in autoscuola, dal costo che varia parecchio in base alla scuola guida: il titolare di patente B per l’auto paga attorno a 200 euro per 12 ore di corso che fa scattare una ricarica di 6 punti. Se questo aspetto la discussione è accesa: basta seguire il corso, frequentare e si hanno i 6 punti. Non è necessario né essere interrogati su questioni che riguardano la circolazione stradale, né affrontare un esame. Troppo facile? Allora la legge 120/2010 prevede l’obbligo di un esame al termine del corso, previa emanazione di uno specifico regolamento. A distanza di otto anni, non c’è nessuna norma sull’esame alla fine del corso e tutto è come prima: l’attestato di frequenza è sufficiente.

Neopatentati, taglio doppio

Per chi ha la patente B delle auto da meno di tre anni (neopatentati), il taglio dei punti riportati nella tabella allegata all’articolo 126 bis del Codice della Strada è doppio. In quei tre anni, se il neopatentato non subisce multe taglia-punti, ha punto all’anno, fino a un massimo di tre punti. Occhio però a non confondersi: per questa norma, il neopatentato è chi ha la patente da meno di tre anni; per la limitazione di potenza dell’auto, il neopatentato è chi ha la licenza da meno di un anno. Infatti, per un anno dal rilascio della patente può guidare solo macchine con potenza specifica, riferita alla tara, non superiore a 55 kW/t, e con un ulteriore limite di potenza massima pari a 70 kW.

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