Con la A4810 lo IED e l’Alpine immaginano la hypercar di domani

SUPER BERLINETTE” – Chissà se alla fine sarà davvero così, com’è apparsa oggi, per la prima volta senza veli, sotto i riflettori delle Officine Grandi Riparazioni di Torino, la “super berlinette” che l’Alpine immagina di mettere su strada nel 2035. L’esercizio di stile e della mente, evocativo e immaginifico perché non solo ha a che fare con un marchio pregno di storia e glorie sportive, ma anche con il futuro della mobilità tutta, è passato dal centro stile della casa transalpina ai tavoli da disegno dello IED di Torino. Il progetto Alpine A4810, coronamento perfetto di un percorso formativo lungo due anni, ha coinvolto dai primi sketch a matita alla realizzazione finale del modello in scala 1:1 ventotto giovani aspiranti designer provenienti da tutto il mondo.

A SCUOLA DI CAR DESIGN – A Torino, culla italiana dell’auto e città natale di tanti stilisti che il mondo dei motori hanno contribuito a cambiarlo per sempre, proiettandolo nel futuro, gli allievi del Master in Transportation Design hanno trovato terreno fertile per le loro idee. L’Alpine, che ha abbracciato il progetto per il secondo anno di fila, ha messo a disposizione degli studenti il suo know how in materia di car design e la sua visione dell’auto sportiva di domani. Il cahier des charges, redatto ai piani alti del brand transalpino, ha coinvolto anche il ceo, Laurent Rossi, e porta la firma del numero uno dello stile del marchio fondato da Jean Rédélé nel 1955, Antony Villain. Che spiega: “L’Alpine è nata con uno scopo ben preciso: far divertire chi guida sui passi di montagna”. E proprio alle strade che s’arrampicano sui pendii innevati che dividono l’Italia e la Francia si riallaccia il Dna del prototipo realizzato dagli allievi dello IED e battezzato, in omaggio al Monte Bianco, Alpine A4810, come la quota in metri della vetta più alta del Vecchio Continente. Il lavoro degli studenti, coordinato internamente da Michele Albera e Masato Inoue, è stato seguito passo passo da Raphael Linari, chief designer di Alpine che conosce molto bene Torino perché allo IED si è diplomato nel 1999: “Venticinque anni fa passione per l’auto mi ha portato in questa città. Ho aspettato a lungo il momento giusto per poter contribuire alla realizzazione di questo progetto e lo IED è stato il partner ideale, perché è l’unica scuola di design in Europa, e forse al mondo, a realizzare ogni anno un modello di stile a grandezza naturale”.

VISIONARIA, SOGNA LA FORMULA 1 – Nell’Alpine A4810, supercar bi-posto a idrogeno lunga cinque metri, larga due e “alta” poco più di uno, si individuano chiaramente, reinterpretati con la forza e l’entusiasmo delle idee di ragazzi che ora, al termine del loro percorso di formazione, sognano un posto al sole nel mondo dell’auto, numerosi spunti maturati nell’esperienza della casa francese in Formula 1 e nelle gare di durata. Se la progettazione del motore e dei serbatoi ricalca quella delle più moderne e tecnologiche  hypercar, del tutto inedito è lo studio della carrozzeria, la cui marcata alternanza di spazi pieni e vuoti conferisce grande leggerezza al corpo vettura. Ogni singola linea è stata tracciata per ricreare, naturalmente partendo da un foglio bianco, il tipico french-touch che rende così sensuali e desiderabili i bolidi firmati Alpine. A seconda della luce, la livrea blu metallizzata cambia di tono, regalando sfumature di grande effetto, esaltate dagli accostamenti bi-tono e dai dettagli in nero opaco e fibra di carbonio. Nell’Alpine A4810, insomma, gli ingredienti per sognare con le mani aggrappate al volante ci sono tutti. Distillati con la passione e la condivisione di intenti che rimangono i valori più grandi di quell’enorme lavoro di squadra che ogni volta rappresenta la realizzazione di una nuova automobile.

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