Stellantis: cosa ne sarà dei tanti marchi di FCA e PSA?

NASCE UN COLOSSO DELL’AUTOMOTIVE – Ormai è fatta: dopo gli azionisti di PSA anche quelli di FCA (qui e qui per saperne di più) hanno dato il loro assenso alla fusione. Il risultato è Stellantis, il quarto gruppo mondiale in termini di vendite (stando ai dati del 2019). Le dimensioni rilevanti, si parla di 8,4 milioni di auto vendute e poco meno di 190 miliardi di fatturato, consentiranno risparmi miliardari per le economie di scala ottenute dalla condivisione di piattaforme, tecnologie, componenti e fabbriche. Ma il management avrà non pochi grattacapi, come la gestione degli esuberi di forza lavoro, che accompagnano sempre le fusioni, e la programmazione di ben 13 marchi. Dunque qual è il futuro che attende queste case automobilistiche?

ABARTH – La produzione è di nicchia ma può contare su una base di appassionati che ha un valore più alto della sua consistenza numerica, come dichiarato da Luca Napolitano a settembre (qui per saperne di più). La carica passionale che porta questo marchio e il condividere le linee della Fiat 500 potrebbero giocare a suo favore.

ALFA ROMEO – È un marchio conosciuto in tutto il mondo, ma l’Alfa Romeo perde soldi da decenni. Il tentativo di rilancio operato dalla FCA sotto la gestione di Sergio Marchionne a partire dal 2012 non ha portato i risultati annunciati inizialmente: gli unici due modelli realizzati sono la Giulia e la Stelvio, largamente insufficienti per sperare di fare numeri di vendita consistenti. Gli ulteriori investimenti necessari per realizzare una gamma completa sono stati cancellati. Quest’anno esordirà un nuovo modello, il primo a cinque anni dalla Stelvio: si tratta della suv di medie dimensioni Tonale (qui per saperne di più) seguita nel 2022 da una suv ancora più piccola che verrà costruita in Polonia (qui per saperne di più). Ma la Stellantis dovrà investire parecchio per dare all’Alfa Romeo una gamma all’altezza della sua tradizione. La domanda è: vorrà farlo? Probabilmente sì, non sfruttare a dovere un brand di questo calibro sarebbe certamente un errore imperdonabile.

CHRYSLER – Lo storico marchio americano non sembra avere buone prospettive di sopravvivere. La sua attuale gamma è composta da soli tre modelli: la berlina 300 e le monovolume Pacifica e Voyager. Si tratta di tipologie di veicoli sempre meno apprezzate dal pubblico americano, che si orienta ormai in prevalenza verso le suv. Inoltre non ci sono in programma nuove uscite, stando all’ultimo piano industriale della FCA.

CITROЁN – È certamente uno dei marchi più importanti della nuova Stellantis, quindi non dovrebbe subire tagli. La storica casa francese ha trasformato e arricchito la sua gamma negli ultimi anni con modelli di discreto successo, puntando su un design giovanile e distintivo. Inoltre, grazie agli investimenti del gruppo PSA, può contare già oggi su diverse versioni elettriche e ibride plug-in.

DODGE – La Dodge non parte da una posizione favorevole. È presente praticamente solo negli Usa e produce solo tre modelli (Charger, Challenger e Durango) tutti spinti da motori V8 ad alte prestazioni, poco adatti a un mondo che va verso auto ibride ed elettriche. Nuovi limiti in questo senso, imposti dall’entrante amministrazione Biden, potrebbero mettere in seria difficoltà la Dodge.

DS – È un marchio sul quale la PSA ha investito tanto. Nasce nel 2014 per contrassegnare alcune Citroën, per poi diventare marca a se stante destinata ai modelli premium del gruppo francese. Nel 2018 la svolta con la DS7 Crossback, seguita da DS3 Crossback e DS9. I manager della PSA dicono che la marca è profittevole nonostante le vendite ridotte, ma c’è un futuro per lei nel gruppo Stellantis? Come per l’Alfa Romeo dovranno decidere se gli investimenti considerevoli necessari per sviluppare una gamma completa, e promuoverla presso il pubblico, varranno la pena.

FIAT – Lo storico marchio italiano sarà uno dei tanti grattacapi dei dirigenti Stellantis e avrà bisogno di interventi decisi. In Sud America va bene in Europa meno, con una gamma relativamente povera e obsoleta. I pianali, la tecnologia ibrida ed elettrica portata in dote dalla PSA potrebbero, però, dare l’occasione di realizzare nuovi modelli con investimenti relativamente contenuti, colmando così le lacune, come un’utilitaria sostituta della Punto, che la Fiat non ha rimpiazzato. Dalla sua la Fiat ha la forza nel segmento delle citycar dove, con Panda e 500, è leader e, grazie alla Nuova 500 elettrica, potrebbe esserlo anche in futuro. Inoltre la nuova piattaforma di quest’ultima potrebbe essere utilizzata come base per utilitarie a marchio Peugeot o Citroën.

JEEP – È la marca di punta del gruppo Stellantis, presente in tutto il mondo, con il numero più alto di consegne annuali e capace di generare profitti lucrosi, spinta dal sempre crescente interesse per le suv. La sua sorte appare quindi al sicuro, anche perché ha già programmi di espansione ulteriore della gamma grazie alla suv di lusso Wagoneer e la piccola suv che sarà costruita in Polonia. Senza dimenticare la nuova Grand Cherokee, basata sul pianale Giorgio dell’Alfa Romeo Stelvio (qui per saperne di più).

LANCIA – Il futuro della marca italiana appare in forse. Fortemente ridimensionata dalla FCA negli ultimi anni, la Lancia dispone di un solo modello, la Ypsilon, presente unicamente sul mercato italiano (dove peraltro vende ancora bene) ma, purtroppo per i tanti appassionati che ne apprezzano la storia ricca di innovazioni e modelli iconici, sembra destinata all’estinzione.

MASERATI – È il solo marchio di lusso nel paniere della neonata Stellantis ed è presente globalmente. Questi due fattori sono una sorta di assicurazione sulla vita anche perché la FCA ha già varato importanti investimenti per lo sviluppo di nuovi modelli dotati di sistemi ibridi ed elettrici, come la suv Grecale che vederemo già nel 2021. Una possibile criticità potrebbe essere la sinergia limitata con gli altri marchi, ma la Grecale sarà basata sul pianale dell’Alfa Romeo Stelvio e questo aiuta.

OPEL – Nell’orbita PSA dal 2017, la Opel (che nel Regno Unito si chiama Vauxhall) ha passato brutti momenti, ma il suo destino appare abbastanza roseo. L’integrazione dei pianali e delle tecnologie legate all’elettrificazione della PSA è a buon punto, infatti si attende a breve la nuova Astra basata sulla piattaforma EMP2 lasciando solo l’Insignia come unico retaggio della precedente gestione General Motors.

PEUGEOT – Dopo la Jeep è la marca che vende di più della Stellantis. Ha basi molto solide, una gamma moderna e variegata e motori ibridi ed elettrici che lasciano ben sperare per futuri sviluppi, come la nuova 308 attesa entro la fine del 2021. Nei piani della PSA c’era di riportare la Peugeot negli Stati Uniti, ma forse la cosa verrà rivista alla luce della presenza americana garantita dai marchi dalla FCA.

RAM – La RAM è la marca specializzata pick-up che si annuncia come uno dei pilastri del gruppo Stellantis, dato che negli Stati Uniti vende oltre mezzo milione di veicoli capaci di generare cospicui profitti. La sua esistenza non è quindi in discussione e ci saranno certamente ulteriori investimenti per sviluppare nuovi sistemi ibridi che rendano un po’ più “green” i pachidermici pick-up.

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