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Per diventare sempre più sostenibili e raggiungere la neutralità delle emissioni come vogliono i programmi e gli accordi internazionali per l’ambiente, le Case auto sono costrette anche a verificare con attenzione il proprio consumo energetico e la fonte di quella stessa energia, sincerandosi che sia il più possibile proveniente da fonti rinnovabili.

La novità è che lo stesso controllo si può applicare anche a quella consumata dai propri prodotti, nella fattispecie dalle auto elettriche e ibride caricate presso le reti pubbliche, e assicurandosi che anche questa sia “pulita”. Come? Restituendone una quantità equivalente di provenienza certificata, come stanno facendo Hyundai e Kia.

Ricambio energetico

Entrambe le Case coreane, che di recente hanno lanciato degli importanti modelli 100% elettrici di categoria media – come Ioniq 5 ed EV6 – hanno promosso un’iniziative che consente loro di dare un contributo alla sostenibilità anche attraverso i prodotti già in mano ai propri clienti. 

All’atto pratico, lo fanno acquistando quote di energia certificata prodotta da centrali idroelettriche, impianti fotovoltaici e pale eoliche, che viene immessa nella rete pubblica, per una quantità corrispondente a quella assorbita dalle proprie vetture ricaricate tramite le colonnine. 

Questo è possibile grazie alla collaborazione con il fornitore dei servizi di ricarica Digital Charging Solutions (DCS) e alle app c ome Kia Charge e Charge myHyundai -, che calcolano la quantità di energia consumata da ciascuna vettura ad ogni ricarica (proteggendo però la privacy e l’identità dei clienti) consentendo alla Casa di sapere quanti megawattora di elettricità “pulita” deve complessivamente acquistare per bilanciarla.

Di fatto, Hyundai e Kia riescono così a “intestarsi” quote di energia pulita coperta da “Garanzia d’origine” immessa nella rete pubblica per una quantità che corrisponde al consumo finale dei loro modelli.

In questo modo, è come se fossero le stesse auto a utilizzare l’energia verde e la Casa in questione guadagna altri “punti preziosi” in fatto riduzione dell’impronta carbonica, visto che i suoi veicoli vedono ridursi le emissioni, in questo caso passive, generate nel corso del loro ciclo vita completo.

Verso la fornitura “diretta”

Questa soluzione è tuttavia da considerarsi una tappa sul percorso verso la decarbonizzazione, perché contribuisce ad aumentare la percentuale di energia verde presente nella rete di pubblico servizio in attesa che questa crescita fino a coprire l’intero fabbisogno quantomeno del trasporto.

L’obiettivo dei due costruttori è infatti quello di costituire una grande rete di ricarica globalizzata che possa lavorare con i fornitori di energia per garantirsi che ogni singolo kW messo a disposizione per le ricariche sia di origine garantita.

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