Hubert Auriol è l’immagine di una Dakar di tre epoche. L’”Africano”, francese nato a cresciuto a Addis Abeba che vinse in Moto e in Auto, e che poi divenne per due lustri il Direttore della Dakar


13 gennaio 2022

Bisha, Saudi Arabia, 13 Gennaio. Ognuno di noi, credo, ha la sua icona della Dakar, il suo idolo. Per me una di queste è il numero #100 di Hubert Auriol. Un anno fa, il 10 Gennaio, Hubert se n’è andato dopo una lunga e feroce lotta contro il male. Per me è stato un momento di ghiaccio nel cuore.

Hubert Autiol nasce ad Addis Abeba il 7 giugno 1952 e, prima di rientrare defnitivamente in Francia con la famiglia, ha vissuto dodici anni in Africa. La sua incredibile storia di tre capitoli della Dakar inizia un giorno del 1978, dopo l’estate.

“Improvvisamente, sono andato a trovare un certo Thierry Sabine, che aveva il suo ufficio non lontano dal negozio di Dominique Sauvêtre, “la Moto Verte”. Questo ex motociclista, era quasi morto due anni prima, durante il raid Abidjan-Nizza. Si era perso al confine con il Ténéré, prima di Madama in Niger, ed era stato ritrovato al limite, dopo giorni di vagabondaggio senza cibo, dal pilota dell’aereo di Bertrand, Jean-Michel Sinet.” ( da “T.D.S.P.P., Tout Droit Sur Piste Principale)

Il 26 di Dicembre Auriol si schiera al via della prima edizione del Rallye Oasis Paris-Dakar con una Yamaha XT 500. Porta lo sponsor e riunisce nel Team UCLA l’amico Cyril Neveu e il conoscente “Fenouil”. Concude al 12° posto assoluto. L’anno successivo BMW Francia gli affida una moto ufficiale, evoluzione dell’embrione portato in gara da Fenouil l’anno prima. In testa a Gao, si deve fermare per un problema al cambio, carica la moto su un camioncino e rggiunge Bobo Dioulasso. Thierry Sabine lo squalifica… e vince Neveu.

L’anno successivo, 1981, Auriol torna ancora con la BMW, vince la 5a Tappa e va al comando. Entra in Senegal da vincitore e sulla spiaggia del Lago Rosa esplode un successo clamoroso. Nasce il “Cavaliere Bianco”, ma tutti già conosce Hubert come l’”Africano”. Nel 1982 siritirano tutte le BMW, compresa la sua, per un problema al cambio… e vince Neveu. Ma nel 1983 la vittoria è di Auriol, il secondo successo.

Nel 1984 è secondo dietro a Rahier, con cui non può convivere. Lascia BMW e va a Varese. Nasce la Ligier-Cagiva motorizzata Ducati e realizzata a tempo di record. Auriol ha avuto carta bianca dagli sponsor, Ligier ed Elf, ha affidato a Roberto Azzalin lo sviluppo dell’”anti-BMW”, e si è occupato della scelta dei piloti, oltre a lui anche Gilles Picard e Gian Paolo Marinoni, e dei Tecnici. È un’operazione incredibile. Il primo anno la Ligier-Cagiva ha problemi di giovenù ed è ottavo, vince ancora a Rahier, e nel 1986 la Honda fornisce a Neveu la NXR bicilindrica. Nel 1987 un episodio chiave. Auriol vince quatto tappe e va in testa, ma a 20 chilometri dall’arrivo della penultima frazione, tra Richard Toll e Saint Louis, e a un passo dalla terza vittoria, è protagonista di uno degli episodi più drammatici della storia della Dakar. Si frattura entrambe le caviglie nell’impatto contro una radice affiorante, taglia il traguardo con la forza della disperazione e poi crolla sopraffatto dal dolore. È la fine… e vince Neveu. Nel 1992 Gilbert Sabine disegna una 14° edizione epica: la Parigi-Le Cap. Auriol, lasciate le Moto, ha corso in solitario con un Buggy e con una Lada. Ora guida una Mitsubishi ufficiale. A Città del Capo Hubert Auriol diventa il primo Pilota ad aggiudicarsi entrambe le categorie, Moto e Auto. Diventa Pilota ufficiale Citroen. Ottiene due podi nell’ultima Dakar gestita da Gibert Sabine, il padre di Thierry, e nella prima della proprietà di ASO, diretta da Fenouil.

Ma la storia ha in serbo un’altra svolta. Nel 1995 Jean-Claude Killy, allora presidente di ASO, chiama Auriol a dirigere la Granada-Dakar, che per la prima volta prende il dalla Spagna. Hubert resta fino al 2003, e sotto la sua direzione la Dakar, che ha avuto un lungo periodo di crisi, è rilanciata definitivamente e cresce constantemente.

L’ultimo ritorno all’azione incrocia le traiettorie di due Campioni della Dakar. Auriol è alla partenza della Dakar 2006 in un Team con Edi Orioli, due vetture Isuzu Preparate in Italia. Ancora una sfida. Ancora una storia…

Diventa Organizzatore di altri Rally, come La Leggenda degli Eroi o la prima edzione di Africa Race, conduttore televisivo. La sua vita è una sfida continua e il desiderio di nuove avventure. Nel 1995 la Francia gli assegna la Legion d’Onore. Nel 1987, ancora convalescente per la doppia frattura e in equipaggio con Patrick Fourticq, Henri Pescarolo et Arthur Powell, conquista un record che era stato di Howard Hugues per 50 anni: il giro del Mondo con un aereo a elica, lo Spirit of J&B. 24.000 chilometri in 88 ore.

Una storia incredibile, un Uomo incredibile!

 

© Immagini DPPI – PB – Soldano

Source link