Se abitate in una grande città italiana (ma non solo) vi sarete sicuramente accorti del continuo fiorire di mezzi di trasporto, monopattini in primis, appartenenti a flotte di servizi di sharing. Una crescita continua resa possibile anche dalla fine delle restrizioni introdotte con la pandemia, con aumento di tutti gli indicatori: noleggi, fatturato e ore di utilizzo da parte dei cittadini. Con benefici per l’ambiente (ci arriveremo dopo) e per le tasche dei consumatori.

Secondo quanto evidenziato Rapporto sulla sharing mobility pubblicato nel “Rapporto sulla sharing mobility”, presentato dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility in occasione della 6a Conferenza Nazionale della Sharing Mobility battezzata “Lesscars: drive the revolution”, “Un cittadino che usa più spesso la propria bicicletta in città, il trasporto pubblico e, all’occorrenza, una combinazione di servizi di sharing mobility, può ottenere un risparmio annuo fino a 3.800 euro rispetto alla scelta di utilizzare abitualmente la propria auto”.

Condiviso batte privato

Che l’auto privata rappresenti una voce non indifferente nella voce “uscite” dei bilanci familiari non è certo una sorpresa, tra bollo, assicurazione, manutenzione ordinaria e pieno di carburante. Un budget che se destinato, per quanto riguarda i soli costi fissi, alla mobilità condivisa permetterebbe – sempre secondo i calcoli pubblicati nel Rapporto – di effettuare 3 viaggi al giorno con diversi servizi di sharing mobility.

Servizi che comprendono auto, biciclette, scooter e monopattini, permettendo così di spostarsi in differenti modi a seconda delle esigenze, anche su strade extraurbane e per raggiungere gli aeroporti, parcheggiando in aree dedicate.

Benefici economici, naturalmente da valutare anche a seconda del tipo di utilizzo che si fa della propria auto. Secondo i dati del Rapporto poi noleggi brevi di flotte flee-floating (ovvero le auto che si possono parcheggiare ovunque all’interno dei confini cittadini) nell’ultimo anno sono calati, mentre crescono quelli per i tragitti più lunghi, con una media di 43,7 minuti per noleggio, 11 minuti in più rispetto a quanto registrato nel 2019.

Segno di come in città vengano preferiti altri mezzi di trasporto, mentre anche per spostamenti di svariati chilometri l’auto privata stia lasciando pian piano il posto a quella in condivisione. Auto privata che sempre più spesso nemmeno viene acquistata: secondo la ricerca infatti tra gli utenti iscritti ai servizi di sharing il 44% dichiara di non possedere un auto in famiglia.

Seat eXS

(Quasi) solo elettrici

Un altro dato interessante emerso dal Rapporto riguarda la composizione delle flotte in sharing: il 94,5% dei veicoli in condivisione (circa 89 mila in tutta Italia) sono a zero emissioni. Merito della crescita della parte più leggera, che vede i monopattini rappresentare il (51%), seguiti dalle bici (31%), scooter (10%) e auto (7%). Sharing leggero che pesa però per la maggior parte sul numero totale dei noleggi, con l’83% del totale.

Anche la proprietà di auto in famiglia è molto diversa: nel caso degli utenti di sharing il 44% dichiara di non possedere un’auto in famiglia contro il 14% dei non utenti, il 40% contro 54% dichiara di possederne una e 17% contro 32% di possederne due o più auto.

Xev Yoyo Enjoy

 

Milano davanti a tutte

La crescita delle flotte e dei noleggi, 35 milioni circa nel 2021, + 61% rispetto al 2020 e +25% rispetto al 2019, lo si deve naturalmente non solo all’aumento del numero di mezzi disponibili ma anche delle città dove sono disponibili i servizi. E per la prima volta in Italia i capoluoghi di provincia con almeno un servizio di sharing sono maggiori di quelli dove sono assenti: 62 contro 46. Una crescita che non pare destinata a fermarsi – gli indicatori del 2022 dicono che a fine anno i numeri dei noleggi saliranno ulteriormente – che lascia però fuori alcune zone d’Italia.

Al 31 dicembre 2021 infatti Umbria, Molise, e Basilicata risultano ancora fuori dalle mappe, senza alcun tipo di servizio di sharing disponibile.

Dall’altra parte invece ci sono città come Milano e Roma dove i servizi di sharing continuano a crescere e raccogliere abbonati. Il capoluogo lombardo guida addirittura la classifica europea per numero di veicoli per abitante ed è quinta in assoluto per numero totale subito dietro a Roma. Il podio è composto da Parigi, Berlino e Amburgo.

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