Il momento non è particolarmente felice per la Ferrari, e questo lo hanno visto tutti. Ma al di là dei risultati in pista, quello che fa pensare molto è il clima in squadra da parte dei meccanici e dello staff che lavora in genere nella gestione sportiva. Per capire che qualcosa non va basta vedere l’elenco dei pit stop di questa stagione, in cui la Ferrari da primatista mondiale che era è scesa al settimo posto fra i team. Segno di qualcosa che turba l’animo del personale impegnato nelle corse. A Maranello devono fare i conti col budget cap, ovvero la limitazione delle spese che è stato imposto alla F.1 a partire dal prossimo anno.

E in questo clima di riduzione di spese si affianca anche la riduzione del personale. Cosa che riguarda non solo la Ferrari ma tutti i top team come Mercedes, Renault e Red Bull nella sede inglese di Milton Keynes. Mentre per le squadre inglesi la situazione è relativamente facile da risolvere, visti i contratti di lavoro in essere (quasi tutti non assunti ma collaboratori con partita Iva, diciamo così per semplificare) sciogliere gli accordi è più semplice rispetto all’Italia, dove i contratti lavorativi seguono regole ben precise. A Maranello, in attesa di decidere il settore dove proseguire e diversificare l’attività sportiva, al momento sono stati individuati 300 esuberi che non possono essere riciclati nella gestione delle gare GT e dovrebbero rientrare in fabbrica nelle linee produttive.

Ma anche qui ci sono problemi di esubero, per cui la Ferrari deve trovare una soluzione rapida per ricollocare questo personale. Il clima all’interno della gestione sportiva è preoccupato, perché al di là della mancanza di risultati in pista, si teme per il proprio posto di lavoro. Passare dalla GES, considerata l’eccellenza in ambito Ferrari, e venire spostati alla produzione, viene visto come un declassamento. Il problema è che gli stipendi base sono uguali per tutti, ma alla GES percepiscono indennizzi e straordinari che nella produzione non ci sono. Quindi oltre al diverso tipo di lavoro, cambierà qualcosa anche a livello economico per molti. Sempre ammesso che sui 300 alcuni non diano le dimissioni o vengano licenziati o spostati in altro settore. Questa paura sta animando tutti i 1200 dipendenti circa che stanno vivendo con la spada di Damocle sulla testa e mettono Mattia Binotto nella poco invidiabile situazione di chi deve fare delle scelte.

Alcuni episodi, poi, non stanno aiutando a rasserenare il clima interno, e questo spiega il nervosismo e il timore per il futuro. Il budget cap non è colpa della Ferrari e di sicuro non si può imputare a Maranello la decisione di tagliare la GES, ma le nuove norme sono una strada obbligata e finora la Ferrari non ha ancora avviato un programma alternativo che possa recuperare parte dei 300 esuberi. Qualcuno potrebbe essere girato alla Maserati, che ha un programma GT in via di definizione, ma in ogni caso sarebbe un declassamento per tutti i coinvolti: di mansioni, di stipendio e di autostima. Davvero un brutto momento per i lavoratori e le loro famiglie.

Clicca qui per visitare la pagina dell’autore