Il commento del nostro Paolo Ciccarone sul doppio ritiro della Ferrari nel Gran Premio dell’Azerbaijan


12 giugno 2022

BAKU – Se vuoi vincere le gare, prima devi finirle. E’ un vecchio adagio delle corse che si sposa perfettamente con la situazione della Ferrari, ancora una volta KO con entrambe le vetture e, cosa più grave, ancora una volta con Leclerc in testa alla corsa, proprio come in Spagna. Che ci sia un problema tecnico è evidente. Oltre alle due rosse anche Alfa Romeo e Haas si sono ritirate per problemi legati alla power unit. In Spagna erano stati tre i motori rotti fra Ferrari e team clienti, a Baku il bollettino si è allungato e se si aggiunge che anche Montecarlo ha avuto le sue vittime, nonostante non sia pista di motore, appare evidente che le prestazioni ci sono, manca l’affidabilità.

Se si tratta di un particolare difettoso, il guasto sarebbe facile da individuare e risolvere. Se invece sono vari problemi, dall’impianto idraulico al turbo o al recupero di energia, ebbene diventa difficile capire dove mettere le mani con l’aggravante che domenica si corre in Canada e non c’è tempo per risolvere niente. Per cui meglio incrociare le dita e sperare in bene. Se la parte meccanica è stato il tallone di Achille della Ferrari, gli aspetti positivi sono le prestazioni. Sia in qualifica sia in gara, per quei 20 giri almeno, Leclerc era veloce e quindi la macchina c’è. Stavolta pure la strategia col pit anticipato è stata buona, visto che con quelle gomme non solo Leclerc avrebbe dovuto fermarsi ancora (impensabile fare 40 giri con lo stesso treno) ma si sarebbe trovato davanti alle due Red Bull e pure loro avrebbero dovuto fermarsi una volta. Quindi l’idea era buona e indovinata.

Riassumendo: piloti in forma (almeno Leclerc perché Sainz cede spesso sul più bello), macchina competitiva e strategia indovinata. Peccato che la parte negativa riguardi la meccanica, che ha ceduto. Come dicono quelli esperti di corse, se hai una macchina veloce che si rompe, la puoi sempre irrobustire, se ne hai una lenta che non si rompe, non è detto tu riesca a renderla veloce. Ecco, a Maranello devono irrobustire. E visto che in Bahrain e Jeddah, a parità di piste calde e impegnative col motore, la Ferrari era davanti, urge riprendere il filo del discorso e riportare le cose come stavano.

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