Come quasi sempre, aveva ragione “zio” Bernie: per movimentare un gran premio basterebbe una spruzzatina d’acqua sulla pista poco prima del via. Invece di inventarsi format strampalati, pensiamoci.

In effetti sono bastati pochi minuti di pioggia in Ungheria per regalarci una delle gare più pazze nella storia del Mondiale, una gran premio che come spesso accade in questi casi ha mietuto vittime innocenti e esaltato piloti bravi soprattutto a trovarsi nel posto giusto nel momento giusto.
Citofonare Ocon per conferma: partito 8°, è uscito dalla prima curva in seconda posizione, dopo che di fronte a lui era appena successa una carambola degna di una puntata di Hazzard. Poi alla ripartenza in Mercedes non si sono accorti che era spuntato il sole e così dopo un solo giro si è trovato al comando, in una pista dove superare è difficilissimo, con i big tutti lontanissimi. Facile? Oddio, mica tanto: il francese è stato bravissimo a non farsi mancare il respiro pur catapultato in vetta senza avere il tempo di rendersene conto. E allora voto 9 per il sangue freddo e per averci regalato una domenica diversa.

Alle sue spalle voto 9 anche a Hamilton, imperioso in qualifica, perfetto alla partenza, anche lui colpevolmente distratto quando è rimasto – unico – fuori con le intermedie. Certo, così ci ha regalato una partenza a suo modo memorabile, però poteva vincere facile, invece si è complicato la vita da solo all’inverosimile, ma è stato bravissimo a risalire su una pista che pare un kartodromo con monoposto ormai immense, compiendo alcuni sorpassi di forza e altri di intelligenza, in base a chi aveva davanti. Insomma, ennesima dimostrazione di velocità e forza mentale, anche se in radio continua a fare i capricci. Voto 9, non è solo fortuna se è tornato in vetta al mondiale.

Terzo Sainz ma ammettiamolo, senza esaltare troppo: va bene il tappo di Latifi e Tsunoda all’inizio, ma pur essendo tanto più veloce non riesce a tentare mai un vero attacco. E poi c’è il brutto errore di sabato. Insomma, una gara regolare ma queste sono occasioni da cogliere al volo. Ocon e Alpine insegnano. Voto 6,5, forse serviva osare di più.

A confronto, è stato molto più esaltate il 4° posto di Alonso, che riesce a essere protagonista perfino nel giorno in cui il suo compagno di squadra va a vincere: la sua difesa su Hamilton è stata da manuale, fino al piccolo ma fatale errore in frenata alla curva 1. Voto 8,5, infinito.

Alla fine è arrivato 5° Gasly, coinvolto anche lui nel botto del primo giro anche se è riuscito a evitare ogni contatto girando larghissimo e perdendo tantissime posizioni. Peccato perché se fosse riuscito a passare forse sarebbe stato un serio candidato alla vittoria. Voto 8, anche per la bellissima qualifica.

Voto 6,5 a Tsunoda invece, sempre “affettuoso” con i suo ingegneri: se sapesse andare in auto alla stessa velocità con cui apre bocca avrebbe già fatto almeno una pole position, invece in Ungheria è stato autore di un’altra qualifica orrenda, poi il caos del via lo ha proiettato nelle primissime posizioni, ma il suo ritmo non era certo irresistibile. Urge bagno di umiltà. Chissà Minardi come l’avrebbe raddrizzato… altri tempi.

Latifi 7° è la prova che i miracoli esistono, anche in F1, e che il destino ha un curioso senso dell’umorismo, perché nel giorno in cui finalmente Russell prende i primi punti con la Williams, il suo non certo irresistibile compagno di squadra gli finisce comunque davanti. Il canadese naturalmente beneficia del caos del via, ma è bravo in qualche modo a reggere il ritmo e a non commettere errori: voto 7, opportunista.

E voto 7 anche a Russell, penalizzato da un’uscita dal pit stop poco ortodossa che lo costringe a cedere diverse posizioni per non subire una penalizzazione. Effettivamente però quello era il suo posto, quindi… Un po’ meno opportunista.

Verstappen, con un’auto danneggiata nell’aerodinamica e difficile da controllare: vederlo superare in quelle condizioni è stata l’ennesima dimostrazione del suo immenso talento. Certo ora il Mondiale ha preso tutta un’altra piega rispetto a un mese fa: voto 8, vittima incolpevole.

A punti, alla fine, incredibilmente, Raikkonen, penalizzato da un’uscita dal pit stop un po’ sopra le righe (ma questa è colpa della squadra, non del pilota). Peccato perché senza quell’inconveniente avrebbe potuto fare sicuramente meglio. Il suo dovere però ancora una volta l’ha fatto, voto 7.

Fuori dai punti, voto 8,5 a Vettel, autore di una bella qualifica e strepitoso 2° in gara (al di là della squalifica), con due “però” che pesano come macigni…. però non è mai riuscito a costruire un tentativo vero di attacco pur essendo stato a lungo più veloce di Ocon e, soprattutto, possibile che non si sia accorto nel finale che stava finendo la benzina? Certo la bella gara rimane, anche senza i punti. Una grande impresa incompiuta.

Voto 4 invece a Giovinazzi, perché a differenza della penalizzazione di Raikkonen, quella per eccesso di velocità è tutta colpa del pilota e in una giornata del genere un peccato veniale diventa un peccato grave, anzi gravissimo per ciò che poteva essere e non è stato.

E voto 4 a Bottas e Stroll, autori di due erroracci che hanno avuto conseguenze catastrofiche sulla gara di molti, ma onestamente in quelle condizioni sbagliare era purtroppo facile, anche se due piloti con la loro esperienza dovrebbero essere i primi a saperlo.

Voto 8 invece alla Williams, che capitalizza un’occasione incredibile per conquistare l’8° posto nel Mondiale Costruttori, e voto 4 all’Alfa Romeo per il motivo speculare: a differenza del team inglese non ha saputo cogliere l’opportunità e ora per riprendersi quella posizione in classifica dovrà conquistare almeno 5 punti entro la fine del campionato, obiettivo non esattamente alla sua portata visto come stanno andando le cose in pista e ai box.

GP Ungheria 2021, le pagelle

Ocon 9

Hamilton 9

Alonso 8,5

Vettel 8,5

Gasly 8

Verstappen 8

Williams 8

Latifi 7

Russell 7

Raikkonen 7

Sainz 6,5

Tsunoda 6,5 

Giovinazzi 4

Bottas 4

Stroll 4

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