Con Lewis Hamilton in Ferrari John Elkann mette a segno un colpo storico per la Scuderia di Maranello


1 febbraio 2024

Dopo la 24 ore di Le Mans, l’arrivo di Lewis Hamilton alla Ferrari. Il presidente John Elkann può essere fiero per aver piazzato questi due colpi che, uniti ai risultati in borsa con un aumento di capitalizzazione di 7 miliardi in un colpo solo, rendono la sua presidenza una di quelle da ricordare. Che il matrimonio possa dare dei frutti, è la speranza di tutti i tifosi e degli stessi dirigenti della rossa. Portare a casa un simbolo come Hamilton, uno che da solo comunica col mondo intero e abbinarlo alla Ferrari, un emblema a livello mondiale, è uno di quei colpi che restano nella storia del mondiale F.1.

Le tre righe del comunicato ufficiale valgono molto di più dello spazio occupato su quel foglio perché si apre una nuova era e per giunta con 12 mesi di anticipo, con un mondiale 2024 ancora da disputare, anzi ancora con le macchine da presentare. Un mondiale che nasce morto e sepolto dal futuro e dal quel 2025 in cui al momento solo Verstappen gongola perché gode di una stabilità unica visto il mondiale da separati in casa di Ferrari e Mercedes, quelli che sulla carta avrebbero dovuto essere i rivali numero 1 e invece si ritrovano con una gestione difficile e particolare. I motivi che hanno spinto Hamilton a lasciare la Mercedes, alla quale lo scorso agosto, al momento della firma, aveva giurato eterno amore, fanno capire come le sirene di Maranello siano ancora irresistibili per chiunque corra in F.1. Inoltre c’è un impegno Ferrari nel life style e nella moda che si sposa perfettamente con lo stile di Hamilton, personaggio che nel mondo ha un suo seguito ed è un emblema in fatto di moda, con le sue uscite ad ogni GP in vesti più da indossatore che da pilota.

Adesso il problema riguarda gli equilibri interni, perché una Ferrari che firma un contratto a lungo termine con Leclerc, facendo capire che tutto ruota attorno al monegasco e sette giorni dopo annuncia con un anno di anticipo Hamilton, uno che di sicuro non arriva a Maranello a fare da spalla al monegasco, mette in seria crisi la gestione della squadra. Che il presidente abbia deciso di intervenire in prima persona, con una mossa che ha scombussolato i piani generali, fa capire come, dal team principal Vasseur all’AD Benedetto Vigna, siano solo pedine ai suoi ordini con limitati spazi di manovra. La visione di Vasseur, di una squadra attorno a Leclerc, viene di colpo smentita dai fatti. E viene da ridere al ricordo di una cena di Natale in cui Montezemolo, dicembre 2006, con un Jean Todt impettito, sfottevano Ron Dennis che aveva appena messo sotto contratto Lewis Hamilton: “Che dice Todt, lo prendiamo sto ragazzo così facciamo un dispetto a Dennis?” e giù a ridere. Adesso, a distanza di 18 anni, quello che era uno scherzo è diventata realtà. E conoscendo Hamilton, di sicuro non verrà a Maranello da solo, avrà i suoi referenti, gente di fiducia. E questo creerà altre turbolenze, altri movimenti. Con situazioni che a fine stagione potrebbero essere clamorose. Ma questo, per ora, è un altro argomento.

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