Si è già conclusa, con un niente di fatto, l’indagine aperta dalla FIA che, nella giornata di martedì, aveva annunciato tramite una nota ufficiale. Si era ipotizzata possibile fuoriuscita di informazioni sensibili della FOM (Formula One Management), che erano a disposizione solamente dei propri membri, in favore di un Team Principal. La stampa, BussinesF1 in primis, aveva indicato come presunti protagonisti di questo conflitto di interessi i coniugi Wolff. Infatti, Toto Wolff è il team principal, nonché azionario, della Mercedes mentre la moglie Susie Wolff è da quasi un anno CEO della F1 Academy, categoria gestita dai promotori della Formula 1 ma indipendente della FIA. 

Già nella serata di martedì entrambe le parti in causa hanno completamento escluso il loro coinvolgimento nei fatti, smentendo quanto affermato dalla FIA. Quest’ultima ha anche aggiunto nella sua nota di aver deciso di aprire l’indagine in seguito a delle lamentele da parte degli altri team principal. Quello che rende ancora più particolare la vicenda, però, è stato il comportamento delle restanti nove squdra che hanno diramato un comunicato stampa sui loro social in cui dichiarano di non aver mai “sporto denuncia” alla Federazione Internazionale dell’Automobile, facendo muro intorno ai coniugi Wolff e alla Formula 1. Nessuno ha mai parlato con nessuno di un eventuale conflitto di interessi e tantomeno qualcuno, per quanto si sappia, abbia ricevuto notifiche da parte del dipartimento Compliance. La domanda, dunque, sorge spontanea: da dove nasce questa inchiesta della FIA, che sembra così perdere di credibilità?

Tuttavia, nella serata di giovedì 7 dicembre, la Federazione ha cercato di mettere una pezza a questa situazione. Con un’altra nota ha comunicato di aver terminato i lavori d’indagine, facendo un vero e proprio passo indietro. “Dopo aver esaminato il Codice di condotta e la Politica sui conflitti di interesse della Formula One Management e aver confermato che sono in atto misure di protezione adeguate a mitigare qualsiasi potenziale conflitto, la FIA è convinta che il sistema di gestione della conformità della FOM sia sufficientemente solido da impedire qualsiasi divulgazione non autorizzata di informazioni riservate” cita il comunicato emesso alla vigilia della cerimonia di premiazione dei campionati 2023.

La FIA può confermare che non ci sono indagini in corso in termini di etica o disciplinari che coinvolgano alcun individuo. In quanto ente regolatore, la FIA ha il dovere di mantenere l’integrità del motorsport mondiale. La FIA ribadisce il suo impegno per l’integrità e la correttezza” termina così la vicenda “giudiziaria” che ha rallegrato questa prima settimana di pausa invernale in attesa della prossima stagione. Quello che rimane certo, però, che è bastato un nulla per far scoppiare un caso ed evidenziare che tra la Formula 1 e la FIA non c’è tutta quell’aria di amore e d’accordo che tanto cercano di propinare. Si convive dunque sul filo del rasoio, ma per quanto potrà durare ancora prima del prossimo scandalo?

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