Max e Jos, travolti dall’Honda del destino. Verrebbe da dire così guardando ai trascorsi dei due piloti olandesi. Il primo, Max, è in testa alla classifica iridata con una Red Bull motorizzata Honda. Il padre, Jos, con quella Honda invece di fatto mise fine ai sogni di una carriera che poteva svoltare. Max e Jos, travolti dall’Honda del destino.

Mentre il primo sta lottando per il mondiale, la Casa nipponica ha annunciato il ritiro in forma ufficiale dalla F.1. Al padre Jos è andata peggio, nel senso che la sua storia con la Honda non è nemmeno cominciata. Per capire cosa accadde, facciamo un passo indietro. Siamo alla fine degli anni 90. La Tyrrell, ormai, non ha più un soldo per continuare e la squadra viene venduta alla BAR con Craig Pollock e Jacques Villeneuve nelle vesti di finanziatori di un proprio team. Jos Verstappen è a piedi e cerca una soluzione per il futuro.

Siamo nel 1999 e la Honda vuole fare il grande passo. Non solo fornire motori (marchiati Mugen) ma diventare un vero e proprio team. La mente ce c’è dietro è quella geniale di Harvey Postlethwaite che, da ex Ferrari, conosce bene le realtà italiane e infatti fa da tramite al progetto Honda F.1 con la Dallara Automobili di Varano De Melegari. Siamo alla fine del 98, lo staff dell’ingegner Dallara sforna 6 telai della RA099 e i primi test vengono affidati proprio a Jos Verstappen.

Dapprima una sgambata sulla pista di Quattroruote a Vairano, poi partecipa ai test ufficiali a Jerez, risultando anche più veloce di Villeneuve e Zonta con le BAR Honda. Il progetto sembra animato dai migliori auspici, purtroppo durante una sessione di test, Postlethwaite muore per un arresto cardiaco e con la sua scomparsa viene meno la mente, l’animatore e il catalizzatore del progetto.

Alla Honda decidono di mollare tutto e un telaio, il numero 3, è al momento esposto nel salone dei trofei al circuito di Twin Ring a Motegi, mentre gli altri tre telai usati in prova, sono sparsi per il mondo. Degli altri due si sono perse le tracce. Per non restare a piedi, Jos Verstappen accettò di fare il collaudatore della Jordan Honda e sostituire, nel caso, Damon Hill. Cosa che non avvenne mai.

Le sliding door della F.1 si aprono per il figlio Max, che alla Red Bull incrocia ancora il percorso iniziato dal padre con la Honda, ma una sorta di maledizione sembra inseguire la famiglia. Ovvero, dopo anni di sofferenze (leggi McLaren) nel momento in cui Honda trova la quadra e comincia a sfornare vittorie con la Red Bull, arriva la decisione del ritiro ufficiale. E per Max Verstappen arriva l’ultima occasione: vincere il mondiale 2021 al volante di una monoposto con motore Honda nell’ultima stagione ufficiale dei giapponesi nel circus.

Riuscirà a portare a termine il compito? Ancora sei gare e lo sapremo. Di sicuro papà Jos ricorda quei test, i tempi sul giro (andava meglio della Jordan che pure vinse delle gare nel 99 ed era in lotta per il mondiale a un certo punto) e il sogno svanito per un disegno, tragico, del destino che ha accompagnato Harvey Postlethwaite, l’inglese modenese che era riuscito a convincere Honda a tornare in F.1 come squadra e non come fornitore di motori.

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