Il DAS della Mercedes è regolare: il collegio dei commissari sportivi del Gran Premio d’Austria 2020 di Formula 1 ha ufficialmente respinto il ricorso presentato ieri pomeriggio dalla Red Bull contro l’utilizzo da parte della scuderia di Brackley dell’innovativo sistema. Secondo il team di Milton Keynes, che aveva presentato un esposto contro le W11 di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, il DAS avrebbe violato gli articoli 3.8 e 10.2.3 del regolamento tecnico della F1.

Ricapitolando la tesi della Red Bull, il DAS contravverrebbe all’articolo 3.8 in quanto la variazione della convergenza in marcia utlizza «il movimento del conducente come mezzo per modificare le caratteristiche aerodinamiche della vettura», espressamente vietato dall’articolo 3.8. L’articolo 10.2.3, invece, esclude le «regolazioni ad alcun sistema delle sospensioni mentre la vettura è in moto». Sistema delle sospensioni che, secondo la tesi della Red Bull, comprende anche le ruote: il che renderebbe illegale il DAS.

La difesa da parte della Mercedes – alla riunione con i commissari hanno partecipato James Allison, Ron Meadows, John Owen e Andrew Shovlin – si basava su due assunti: il DAS non fa parte dell’impianto sterzante e non è un sistema di sospensione. Dopo aver ascoltato entrambe le parti, il collegio dei commissari, con la partecipazione del delegato tecnico della FIA, Nicholas Tombazis, ha stabilito che il DAS è legale. Questo, si legge nel documento condiviso, perché il sistema «non fa parte della trasmissione», né tantomeno può «influire in maniera irregolare sul comportamento delle sospensioni». Essendo il DAS considerato una parte legittima dello sterzo, il ricorso è stato respinto, con buona pace della Red Bull, che subito dopo le prime due sessioni di prove libere in Austria si era mossa per fermare la corazzata Mercedes. 

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