C’è una monoposto per la stagione 2024 di Formula 1 che non si è ancora vista. Ecco chi è in ritardo sulla tabella di marcia e perché


19 febbraio 2024

Nei giorni che ci separano dall’inizio dei test pre-stagionali 2024 della Formula 1 in Bahrain, l’interrogativo principale riguarda quello che abbiamo visto di vero di ciascuna monoposto. Si tratta di una domanda legittima, visto che gli escamotage per nascondere dettagli salienti si sprecano. Si passa dai rendering farlocchi per arrivare alle inquadrature strategiche durante i lanci, passando per video in cui alcune parti della monoposto sono oscurate. C’è una vettura, però, che non abbiamo proprio visto: si tratta della Williams FW46. La monoposto che Alexander Albon e Logan Sargeant non solo non è stata mostrata nel corso dell’evento organizzato dal team, ma non è nemmeno scesa in pista per uno shakedown. 

Che della FW46 al lancio sia stata mostrata solo la livrea non è un fatto strano, tenendo conto che la Williams è stata una delle prime scuderie nell’agenda delle presentazioni. Molto più sospetto, invece, è il fatto che la Williams FW46 non sia stata portata in pista a Silverstone. Le motivazioni di questa scelta le chiarisce il team principal della scuderia di Grove, James Vowles, in un’intervista rilasciata a The Race. La FW46, ammette Vowles, è in ritardo. Ma queste lungaggini sono dovute a cambiamenti “assolutamente giganteschi” nel modo in cui il team ha sviluppato il telaio e altri elementi chiave della vettura, concepiti in modo da rompere le datate convenzioni di sviluppo della Williams.

La FW46, la prima monoposto sviluppata sotto la supervisione di Vowles, è frutto di cambiamenti organizzativi e tecnologici che “ci hanno messo alla prova, portandoci a superare le nostre aspettative”. “Semplicemente non si può fare tutto allo stesso tempo. Non si possono cambiare le cose e rompere dei cicli tecnologici, ponendosi in una posizione competitiva migliore, senza prendersi dei rischi giganteschi. Lo abbiamo fatto, ma siamo in ritardo con la vettura, che vedrete in Bahrain”. Una condizione, questa, che ricorda un precedente decisamente poco felice per la Willliams, risalente al periodo precedente alla pandemia.

Correva il 2019 quando la Williams non partecipò all’inizio dei test pre-stagionali per ritardi evidenti nello sviluppo della monoposto. Una condizione di inferiorità che si notava chiaramente anche da altri due dettagli non di poco conto, la lentezza della vettura e il fatto che avesse addirittura dei componenti non a norma. La situazione oggi non sembra così grave, per fortuna. Lo si capisce da un’informazione spifferata da Vowles: la FW46 avrebbe potuto scendere in pista prima di uno shakedown il giorno prima dell’inizio dei test, ma si è scelto di non farlo. Una decisione, questa, che ha molto a che fare con il clima invernale di Silverstone in questo periodo.

Anziché scendere in pista con la pioggia e il freddo, come successo a diverse scuderie di casa a Silverstone, la Williams ha preferito continuare a condurre test al simulatore in condizioni più indicative di quelle che avrebbe incontrato in patria. E proprio dai collaudi virtuali, secondo quanto spiega Vowles, emerge l’immagine di una vettura in grado di dire la sua in maggiori circostanze rispetto alla FW45. Le ultime monoposto della casa di Grove erano competitive solo su piste con lunghi rettifili e senza curve lunghe ad alta velocità, impegnative dal punto di vista aerodinamico, né cambi di direzione lenti, ma comunque complessi in termini di frenata. Non è un caso che a Monza la Williams negli ultimi anni sia andata sempre bene.

È chiaro che avere una vettura performante solo in circostanze molto peculiari rappresenta un limite, soprattutto se l’ambizione è quella di confermare il settimo posto nel mondiale costruttori colto nel 2023, o, perché no, migliorarlo. Osare in termini di tecnologia e di modalità progettuali ha portato sì la Williams ad arrivare molto lunga con la sua nuova FW46, ma è uno sforzo che darà i suoi frutti a medio termine. Sarebbe il miglior modo di ripagare gli sforzi di un gruppo di lavoro che si è speso senza sosta per ampliare la finestra di utilizzo della monoposto. Quale sarà il risultato immediato all’atto pratico lo vedremo solo nei test pre-stagionali, al via a Sakhir il 21 febbraio.

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