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Ridotta altezza da terra e abitacolo il più vicino possibile alle ruote. Sono questi due alcuni degli ingredienti base per creare una sportiva da sogno. Evidentemente, però, in Giappone devono essersi lasciati prendere un po’ troppo la mano con la Mirai.

No, non stiamo parlando della berlina Toyota ad idrogeno, ma di una stranissima auto diventata la più bassa del mondo con tanto di record riconosciuto ufficialmente dal Guinness World Records. Ecco la sua storia.

Uno strambo progetto

Il progetto è partito nell’agosto 2009 e ha visto coinvolti per 9 mesi studenti e insegnanti del corso di ingegneria automobilistica della scuola superiore Okayama Sanyo di Asakuchi, in Giappone.

Sin dal principio, l’obiettivo è stato quello di costruire l’auto più bassa della storia, ma comunque omologata per la strada. In Giappone, infatti, non esistono limitazioni per quanto riguarda l’altezza della carrozzeria, quanto per la “luce” tra telaio e strada.

In particolare, per circolare regolarmente un’auto deve avere un’altezza da terra di almeno 90 mm. I progettisti, quindi, hanno cercato di contenere al massimo le dimensioni dell’auto sviluppando una carrozzeria “spessa” appena 367,2 mm. Alla fine, l’auto ha fatto segnare un’altezza complessiva di soli 452 mm.

È la metà di una Formula 1

La Mirai (che significa “futuro” in giapponese) è un modello funzionante in tutto e per tutto. Nel piccolissimo chassis sono presenti sospensioni di tipo push-rod (le stesse usate nelle supercar più estreme) e sei batterie di CQ Motors del peso complessivo di 90 kg.

Non esistono dati precisi sulle prestazioni, ma è difficile credere che ci sia qualcuno così folle da superare i 40 km/h a bordo di una vettura alta la metà di una monoposto di F1 e alta un terzo dei più comuni SUV del mondo.

Eppure, anche se è improbabile che venga utilizzata come auto da tutti i giorni, la Mirai è riuscita a battere il precedente record stabilito dall’inglese Andy Saunders che in passato riuscì a costruire una Fiat 126 alta appena 53 cm.

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