Al Qaisumah, Arabia Saudita, 7 Gennaio. Donne, qui in giro, nessuna. Alla Dakar poche. Qui al Bar… no. Non si fermano qui, non consumano un’analcolica con noi. Forse hanno paura che le maltrattiamo. Ma noi siamo qui per ammirarle, stupefatti dalle loro imprese. Si parla di elettrico, di ibrido, di idrogeno, Audi, Despres, MCK, Chicherit. Si parla e se ne parlerà in abbondanza, e anche a sproposito, sono sicuro, tra qualche giorno, a Neom. Ornai l’impatto zero riempie la bocca e qualcuno ne parla talmente tanto che dopo deve farlo sul serio. Anche David Castera l’ha detto: la Dakar sarà a impatto zero. Dal 2030 al 100%. Avesse detto zero virgola, almeno…

Comunque a noi piace stare con in piedi per terra e ve lo diciamo a gran voce, l’energia alternativa sono… le Ragazze!

Non siamo qui ad adularle, né a farci sorprendere dal fatto che riscattano con i fatti il luogo comune rappresentato in millenni di cultura dal lato debole dell’umanità. E neppure a far finta di essere indulgenti sulla retorica ormai sorpassata del sesso debole. Siamo qui in ammirazione.

Avete visto cos’ha fatto quella ragazza spagnola, Cristina Gutierrez? Ha sigillato nel mito la categoria degli SSV. Molto più di quello che aveva fatto Kris Meeke, l’ex WRC che ha vinto il Prologo sbaragliando il campo degli “esperti” al primo colpo, al debutto. Cristina ha fatto di più. Ha vinto la prima Tappa vera, è stata in testa alla Dakar per un giorno. Quello di Bisha. Ha vinto battendo l’americano che arrivava scuro di vincere, il cileno che ha già vinto una volta e ora è in testa. Ha battuto anche il nostro Paolo Ceci in coppia con il fratellino di Nasser Al Attiyah, Khalifa. Cristina ha fatto il vuoto attorno a sé, insomma. Ma chi è sta’ Gutierrez? Ve lo dico io: un dentista.

Sì un dentista di professione con la passione per il motorismo. È brava nel suo studio e ora sembra ancora più brava al volante. Prima quattro Dakar in macchina, poi queste piccole belve – belve che, per inciso sembrano essere il futuro a quattro ruote della Dakar. Si sono mangiate i Quad, specie ormai in via di estinzione, e adesso stanno rosicchiando gli stinchi delle Auto. Un po’ come l’elettrico – non c’è Marca che non ne abbia almeno mezzo in catalogo, ormai – adesso non c’è Team o preparatore che non abbia il suo sviluppo SSV. South, Overdrive, Red Bull, Polaris, Can-Am, OT3. Ecco, Cristina corre, in compagnia di Francois Casalet con uno degli OT3 sviluppati da Overdrive.

L’ultima donna ad aver vinto una tappa della Dakar è stata Jutta Kleinschmidt, nel 2005, che poi la tedesca è anche l’unica donna ad aver vinto la Dakar, nel 2001, l’anno magico di Fabrizio Meoni. Jutta è Federale alla Dakar, e così ha avuto modo di andare personalmente a congratularsi con la sua erede.

Ancora Cristina, questa sconosciuta. E allora, Lewis Hamilton lo conoscete? Sapete che ha messo su un Team per partecipare al neo Campionato elettrico, detto Extreme E? E sapete quale è l’equipaggio scelto dal recordman di Formula 1 per il suo Team X44? La risposta eccovela: Sébastien Loeb e Cristina Gutierrez. Così ora conoscete tutti i componenti del Team, e ora sapete anche che Cristina non è stata scelta per caso.

Il circuito Extreme E è molto interessante. Si parla ancora di elettrico, di impatto zero, ma dovreste andare a vedere come hanno costruito il cinema e come sembra riescano a essere coerenti con una filosofia oggi ancora difficilissima da applicare alla giornata qualunque. Comunque, già che si parla di Extreme E vi dò un’altra dritta. Un altro Equipaggio che parteciperà alle cinque gare intercontinentali sul monotipo elaborato proprio per il campionato. Il Team si chiama Acciona-Sainz Extreme E. fuochino, sì, siamo in tema Dakar. Carlos Sainz senior, non il Carlito della Formula 1, il Campione in carica della Dakar. E sapete chi correrà con Carlos? Eccola, l’altra magia al femminile della Dakar: Laia Sanz Pla-Giribert, per i conoscenti Laia Sanz, per gli amici Laia, l’unica Laia al Mondo, l’unica con 18 Titoli di Campione del Mondo in bacheca, tra Enduro e Trial, l’unica con dieci Dakar tutte finite e sempre, ormai, tra i migliori in assoluto.

Laia questa Dakar la sta facendo come una magia. L’infortunio, l’infezione, una stagione praticamente azzerata dal CoViD-19. A dirla tutta, e lo dice lei, non era nella condizione ideale per affrontare una Dakar, e ciononostante ha deciso di salire sulla sua Gas Gas e di andare a vedere strada facendo. E di strada ne sta facendo anche questa volta. Si sente un po’ stanca alla sera, ma si va allenando per affrontare la seconda parte del Rally in una condizione decente. Oggi, neanche a metà gara, è ventisettesima assoluta. Non male, per una che sa, e lo sappiamo anche noi, di poter smezzare ancora la sua classifica.

Da un’energia alternativa all’altra, saltando di magia in magia, ecco Camelia Liparoti. La piccola incantevole Camelia, la biondina cui sono affezionato e il cui unico difetto è quello di essere di origini livornesi 😊.

Camelia è alla guida di un SSV Yamaha e corre con un’altra regina, Annett Fischer, ha undici partecipazioni alla Dakar ed è stata una delle pioniere del Side by Side, che ha sperimentato già quando il veicolo era tutt’altro che adatto a una maratona distruttiva come questa. Nel 2018 Camelia ha rotto il ghiaccio, si è presentata alla partenza della penultima Dakar sudamericana con un colorato SSV e ha chiuso al 5° posto. Fate voi, non vi sentire cosparsi di polvere magica?

 

© Immagini: “Nani” Roma Media, BRX, Red Bull Content Pool, X-raid, Toyota Gazoo Racing, ASO, KTM, Honda, Rally Zone, Francesca Gasperi

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