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Una nuova coupé sportiva sold out in meno di 48 ore dall’apertura degli ordini. Un’altra sportiva derivata da una citycar con tempi di attesa chilometrici e speculazioni di mercato che ricordano le serie limitate Porsche o Ferrari (fatte le dovute proporzioni).

Le auto in questione sono la nuova GR86 e la Yaris GR, prodotte da una casa automobilistica – la Toyota – che fino all’altro giorno era sinonimo di ibrido, super efficiente si ma anche molto razionale (leggi: noioso).

Se aggiungiamo che tutto questo è accaduto mentre il mondo dell’auto è impegnato a parlare di elettrificazione o di come trasformare la mobilità in un servizio, diventa quanto mai interessante capire cosa c’è dietro il fenomeno Gazoo Racing. E chi vi scrive ha avuto l’opportunità di farlo assistendo recentemente ad una gara di Rally: lo spettacolare appuntamento in Sardegna del campionato WRC.

Pane, salame, polvere

No, non vi voglio parlare della gara perchè siamo fuori tempo massimo (i risultati li trovate qui), ma dell’aria che tira, appunto, in un contesto qual’è quello rallyistico che riporta la passione per le corse alle origini. Quelle “pane e salame” in cui gli appassionati si accampano 8 ore prima sulla curva “giusta” nel bel mezzo di una campagna infinita (in questo caso sarda) dove si può vedere, sentire e fotografare al volo il carosello di R1 ed R2.

La distanza di sicurezza c’è, ma la polvere ti arriva in faccia e ha un bel sapore, quello dell’autenticità. Perchè tu sei li e sei parte di un instante che per quanto veloce, ti fa sentire vicino alle auto da corsa, ai suoi piloti e soprattutto alla follia di sfrecciare a 180 km/h fra due muretti con sabbia e sassi sotto le ruote.

Senti le scalate isteriche, intuisci la toccata o la traiettoria sbagliata in uscita di curva. E poi la commenti con l’amico o, meglio ancora, la spieghi a tuo figlio che hai portato lì per fargli scoprire qualcosa di semplice, ma reale.

Il Toyota Gazoo racing team al Rally di Sardegna 2022
Il Toyota Gazoo racing team al Rally di Sardegna 2022

Il Rally è il motorsport vicino alle persone. Quando lo conosci dal vero crea dipendenza, ti fa incontrare appassionati, ti fa fare amicizia, ti crea una squadra. E così è stato per il Team Gazoo Racing che Toyota ha plasmato anche intorno al WRC quando nel lontano 2014 si decise di ricominciare a correre sul serio, con la Yaris.

Una persona aveva capito che quando una passione è autentica, è incredibilmente contagiosa. E quella persona si chiama Akio Toyoda.

Il presidente pilota

Lui è il nostro Master Driver. Lo chiamano così Akio in Gazoo Racing, il presidente-pilota ispiratore del progetto GR che nasce formalmente nel 2015, ma risale in realtà al 2007 quando all’ombra di Toyota, fu formato un team composto da giovani ingegneri, collaudatori e dallo stesso Akio (che pilotava sotto lo pseudonimo di Morizo) per partecipare in modo quasi carbonaro alla 24 Ore del Nurburgring.

All’epoca si chiamava Team Gazoo (dalla parola giapponese gazo che significa immagine) e continuò a correre per anni con un ruolo preciso: sviluppare auto sportive pure a cominciare dalla Lexus LFA e dala Toyota GT86.

Akio Toyoda

Akio Toyoda, il Presidente di Toyota Motor Company

Toyota GT86

La prima Toyota GT86

Il motore V10 della Lexus LFA prodotto da Toyota-Yamaha

La Lexus LFA

Questo filo diretto fra le competizioni e la strada non si è mai spezzato, anzi si è rafforzato nel tempo con la decisione di tornare nei rally. L’annuncio risale al 2013, l’auto su base Yaris fu presentata nel 2015 per poi debuttare in gara nel 2017. Ma la Yaris WRC era solo l’inizio di una nuova storia che è proseguita nel 2020 con la Yaris GR e l’equivalente dal Rally, due facce della stessa medaglia coniata dalla passione di Akio più forte di qualsiasi logica industriale o finanziaria.

Toyota Yaris WRC Studio

La Toyota Yaris WRC presentata nel 2015

Toyota GR Yaris 1.6 Turbo Four

Toyota GR Yaris

La Yaris GR – lo ricordo – sembra una Yaris come quella ibrida che popola le nostre città, ma è costruita in Giappone in uno stabilimento a parte, ha un motore dedicato e specifiche tecniche fuoriserie, in tutti i sensi ed è costata in sviluppo – si narra – qualcosa come 2 miliardi di euro. Una follia.

Alla faccia del marketing

Per quanto difficile da immaginare in un mondo dell’auto dominato da logiche di marketing, quella del Toyota Gazoo Racing è davvero una storia speciale. Perchè dietro ci sono degli appassionati veri ispirati da una persona che non fa solo il top manager.

I maligni potrebbero obiettare che giusto un colosso come Toyota può permettersi di “giocare” con le auto sportive reinvestendo una piccola parte dei profitti che derivano dal successo planetario del full hybrid, ma l’aspetto interessante da notare è che il fenomeno GR, fa vendere anche le Toyota normali.

Secondo le analisi di mercato chi non possiede una Toyota, ma conosce Gazoo Racing ha una propensione all’acquisto quattro volte superiore a chi non ne ha mai sentito parlare.

Il che conferma il potere del motorsport come amplificatore di passione per l’automobile. A patto di praticarlo in modo sano e con coerenza rispetto a quanto si propone in vendita come sportive stradali.

Toyota GR86 e Supra nel centro commerciale abbandonato, lo spot video

Le Toyota GR86 e Supra in un centro commerciale per uno spot pubblicitario

Le Toyota GR in ItaliaVendite
GR Yaris> 1.500
GR Supra> 150
GR 86> 250 (previste il primo anno)
GT86 (vecchio modello)> 1.500

Per chi vorrebbe guidare una GR

I risultati commerciali delle Toyota GR certificano quanto scritto. Chi ha ordinato una Yaris GR lo sa (bisogna aspettare oltre 6 mesi) e chi non è riuscito a prenotare una delle trecento GR86 disponibili per l’Italia pure. La buona notizia per quest’ultimi è che gli ordini riapriranno nel 2023 quando saranno disponibili altre trecento macchine, per l’ultima volta.

Toyota GR86 (2022) nel test

La nuova GR86 sold out in Italia in meno di 48 ore

Nel 2024 la GR86 è destinata a uscire dal mercato europeo perchè non compatibile con gli standard di omologazione Euro 7. I petrolheads che vedono queste auto come l’ultima spiaggia del piacere di guida alla vecchia maniera sono già in lutto, ma qualcosa mi dice che Akio non mollerà l’osso e si inventerà qualcosa di nuovo, magari ibrido, elettrico o a idrogeno. E forse non si dovrà nemmeno più comprare, ma noleggiare oppure condividere con la piattaforma KINTO.

La formula conta poco: l’importante è che le emozioni di guida non si spengano.

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