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Mentre la proposta della Commissione europea per lo stop alle auto termiche dal 2035 continua il suo complesso viaggio verso la decisione finale, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ricorda ancora una volta la posizione di una buona parte del Governo italiano, che si può riassumere nel “no al tutto elettrico”.

Il titolare del Mise ha toccato l’argomento intervenendo al “Forum Verso Sud” di Sorrento, dove ha dichiarato: “Io rivendico con orgoglio di non aver voluto firmare il Cop26, che stabiliva l’ineluttabilità dell’elettrico come destino per quanto riguarda l’automotive”.

Pericolo dall’estero?

Giorgetti si riferisce al patto per l’auto elettrica a cui hanno aderito diversi Stati, europei e non, durante l’ultimo vertice Onu sul clima, andato in scena a novembre a Glasgow, in Scozia. Qui l’Italia ha preferito aspettare prima di esprimere la propria posizione e fare la mossa successiva, salvo poi tornare parzialmente sui propri passi.

E oggi il ministro torna sul tema ribadendo la sua visione sul futuro delle quattro ruote: la totale elettrificazione “significherebbe consegnare a un grande Paese, di cui non faccio il nome, la nostra sovranità in materia di automotive nel giro di vent’anni, come abbiamo fatto per il gas con la Russia”. Evidente il riferimento alla Cina.

“Difendiamo il principio di neutralità tecnologica a favore dei biocarburanti e dell’idrogeno – ha continuato –, per cui è necessario poi garantire un sistema infrastrutturale. Lo Stato deve dare la possibilità di fare rifornimento. Credo che la tecnologia vada molto più veloce della politica e non capisco perché la politica debba dire che il destino sia semplicemente quello dell’elettrico. Sono convinto che l’idrogeno farà dei progressi significativi e sarà competitivo”.

I piani del Governo

Il messaggio è chiaro: mentre per l’idrogeno c’è ancora da aspettare, Giorgetti pensa che i biocarburanti siano una soluzione utile alla decarbonizzazione già per i prossimi anni. Ecco perché il Governo ha dato spazio anche a loro nel maxi piano per la transizione del settore auto, che ha finanziato con oltre 8 miliardi di euro fino al 2030.

Nel frattempo, lo stop ai motori a combustione ha incassato il sì della commissione Ambiente al Parlamento europeo. La prossima tappa è il voto in plenaria. Poi ci sarà la trattativa con gli Stati membri. Quale anima del Governo prevarrà a quel punto?

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