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Il ministro Cingolani l’ha già detto a chiare lettere: la data del 2035 per l’addio ai motori benzina e diesel “è solo indicativa”. E adesso, nell’annunciare il decreto Bollettecon il suo maxi fondo per gli incentivi e il supporto al settore automotive – lo stesso responsabile della Transizione ecologica pone l’accento sui biocarburanti come chiave per cominciare a decarbonizzare il settore trasporti senza dover attendere il ricambio elettrico del parco circolante.

Un investimento tecnologico

“Facciamo un investimento tecnologico sui biocarburanti, soprattutto quelli in purezza”, spiega Cingolani, “si tratta di carburanti che vengono da filiere assolutamente sostenibili. Alcuni vengono dall’olio ricino. Consentono di abbattere la produzione di anidride carbonica sul ciclo di vita dal 60 al 90% e sono totalmente compatibili con i motori a scoppio attuali”.

Cingolani ricorda quindi che la direttiva europea Red II “vuole al 2030 il 16% di carburanti sostenibili nel portafoglio che già abbiamo”, quindi la misura portata avanti dall’esecutivo “anticipa i tempi e soprattutto rilassa una pressione importante, perché oggi un motore diesel può funzionare con questi carburanti inquinando molto di meno”. Per il ministro la questione è trovare “un compromesso” tra sostenibilità e domanda di trasporto.

Aerei e trasporto pesante

Il programma indicato da Cingolani “prevede un’immissione di 200.000 tonnellate” di biocarburanti nel 2023 e “una progressione annuale di altre 50.000 tonnellate all’anno, in modo da raggiungere la percentuale magica della Red II”. A questo, l’Italia assocerà “un fondo per lo sviluppo ulteriore di soluzioni sui biocarburanti”. L’idea di fondo è quella di poter rendere più sostenibili in questo modo anche il trasporto pesante e quello aereo.

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