Il Ministro Cingolani su mobilità, idrogeno e nucleare

In occasione del #FORUMAutoMotive, svoltosi ieri presso l’hotel Meilà di Milano, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, è intervenuto sull’attuale situazione italiana della transizione alla mobilità elettrica in un’intervista mediata dal giornalista Pierluigi Bonora. Le sue parole sono state chiare in merito agli incentivi statali che fino ad ora hanno spinto il cambio di rotta:

Per accelerare la transizione non si può pensare di avere incentivi a ripetizione. Quello che serve per la decarbonizzazione sono aiuti strutturali, non del tipo stop & go come avvenuto di recente.

Secondo Cingolani l’impegno con la Commissione Europea si basa su un programma preciso, che comprende centinaia di azioni nei prossimi 5 anni ma, ha aggiunto, “l’agenda prevede tappe forzate che prevediamo di rispettare puntualmente e senza strafare, perché non si può correre una maratona al ritmo dei 100 metri”.

Sul nucleare

E rispetto alle fonti alternative il Ministro ha precisato:

Il nucleare pulito, quello di quarta generazione al quale stanno lavorando le grandi nazioni, va tenuto presente come alternativa alle energie rinnovabili. Sono tecnologie in fase di sviluppo, dobbiamo guardarci dentro, anche se sarà difficile che possa diventare una realtà entro i prossimi 10 anni.

Possiamo contare su nuove tecnologie che danno sicurezza: utilizzano materiali diversi dall’uranio ed effettuano il raffreddamento con minerali, non con acqua. Senza dimenticare che potrebbero assicurare la produzione di 350 megawatt in una centrale dalle dimensioni di un container, per questo non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuna tecnologia. Occorrono più realismo e trasparenza. E meno azzardi.

Puntare anche all’idrogeno

E ha poi aggiunto: 

“bbiamo abbastanza tempo per recuperare parte del terreno perso in questi anni – ha puntualizzato – senza trascurare la leadership che l’Italia ha in questo settore. La lungimiranza paga, come sta dimostrando la Cina, e noi stiamo lavorando su più fronti, partendo dall’investimento di 3,2 miliardi di euro riservati alla ricerca sull’idrogeno verde.

Nelle scelte che ci aspettano, dobbiamo metterci nei panni della persona comune, perché un conto è vivere in una grande città, un altro è abitare in un posto nel quale non esistono tutti i servizi delle metropoli. L’elettrico è obiettivamente utile sulle piccole tratte; il problema non dipende dalle auto, ma dalle infrastrutture.

Secondo Cingolani, inoltre, la transizione non può essere concentrata solo sull’elettrico:

Dobbiamo aiutare con gli incentivi chi non può fare autonomamente il salto, consentendogli di passare oggi alle auto omologate Euro 6. Questo avrebbe effetti positivi sulla decarbonizzazione, ma è importante fermare il mercato di auto di terza o quarta mano che finiscono in altri Continenti, trasferendo il problema in aree geografiche diverse.

La transizione è importante ma dovremo farlo solo con idee chiare, tenendo presente che si dovrà continuare ancora a lungo a produrre componenti per le auto convenzionali anche e soprattutto allo scopo di evitare che milioni di famiglie rimangano in mezzo a una strada.

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