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Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta” è la citazione più famosa tratta dalla saga di Fast & Furious. Pronunciata da Dom Toretto (l’alter ego di Vin Diesel), descrive perfettamente l’amore che i “petrolheads” americani provano per le gare sui 400 metri.

Negli Stati Uniti sono diffusissimi gli autodromi con circuiti e rettilinei in cui mettere alla prova i propri bolidi, siano essi delle supercar di serie, delle belve “fatte in casa” o dei mostruosi dragster.

Più simili a razzi di astronave che a vere vetture, questi ultimi sono i veicoli più estremi (e, in alcuni casi, i più pericolosi) sulla faccia della Terra e detengono il primato di auto più veloci sul quarto di miglio.

Un vero razzo a 647 km/h

Ufficialmente, il record sui 400 metri è stato registrato nel 1984 al Santa Pod Raceway, col pilota Sammy Miller che tagliò il traguardo in soli 3,58 secondi con una velocità media di oltre 600 km/h. Tuttavia, in rete circola un altro video (assolutamente non modificato) che ritrae lo stesso Miller mentre ferma il cronometro in 3,22 secondi.

Le riprese realizzate al circuito di Zandvoort, in Olanda, non sembrano lasciare spazio a dubbi. L’incredibile mostro guidato dall’americano ha raggiunto i 647 km/h grazie ad un motore da razzo da oltre 28 mila cavalli. Non sappiamo perché quest’impresa non sia riconosciuta come record ufficiale, ma è probabile che a Miller (deceduto nel 2002 a seguito di un incidente non collegato ai dragster) non interessasse troppo la fama.  

Il confronto con le hypercar

Cosa si prova a percorrere 400 metri in 3,22 secondi? È una sensazione impossibile da replicare anche con le hypercar più estreme. La Rimac Nevera detiene il record per il quarto di miglio più veloce registrato da un’auto di serie, ma il tempo – per quanto impressionante – è di “soli” 8,58 secondi.

L’accelerazione si attesterebbe intorno a 1,5 g, ma il dragster di Miller raggiungerebbe i 5,7 g. Un valore incredibile e superiore persino a quello di una Formula 1 (intorno ai 2 g in accelerazione e 5 g in frenata).

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Rimac Nevera, l’auto di serie più veloce nei 400 metri

Anche se ha proceduto in linea retta, il pilota deve aver avuto dei riflessi pazzeschi per mantenere dritto il volante e attivare il paracadute per rallentare la corsa appena superato il traguardo. E l’assetto dell’auto deve essere stato perfetto per evitare di far sollevare la parte anteriore e farla decollare.

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