Una recente inchiesta del Frankfurter Allgemeine in Germania ha comparato i dati degli incidenti sulle autostrade tedesche (senza limite) con l’Italia (col limite). E non ha dimenticato le emissioni di CO2


29 maggio 2023

Mentre la prossima riforma del Codice della Strada propone di “riattivare” l’opzione dei 150 km/h in autostrada, in Germania si fa un gran discutere sull’introduzione di un limite generale su tutte le Autobahn di 130 km/h (in alcuni tratti il limite esiste, ma non è la regola) per due ragioni: sicurezza stradale e consumo di carburante, con le conseguenti emissioni di gas serra.

I sostenitori delle autostrade “No Limits” hanno però smontato numeri alla mano entrambe le ragioni e hanno tirato in ballo proprio l’Italia con i suoi Tutor. Sulle autostrade tedesche, riporta il Frankfurter, viaggiano senza limiti generali di velocità ben un terzo di tutte le auto ma solo lo 0,8% degli incidenti e il 12% delle vittime avviene nei tratti autostradali.

In Italia, conclude Tobias Piller, pur essendo in vigore una registrazione di tutte le targhe in automatico per la velocità puntuale e media su un quarto delle rete autostradale, il numero delle vittime è superiore del 46% per ogni 100 km di autostrada. Insomma, meno velocità, più morti. Del resto i numeri globali degli incidenti raccontano la stessa storia: in Germania (dati 2021, ultimi disponibili) ci sono 31 morti per incidenti ogni milione di abitanti, in Italia 48.

In Germania non ci sono limiti di velocità su molti tratti autostradali

I gas serra: chi va piano… ottiene poco

L‘altro punto a favore di una riduzione del limite di velocità è quello delle emissioni, ed è incontestabile che un’auto che va a 130 km/h consumi meno di una che va a 150 e oltre. Ma di quanto? La Umweltbundesamt (Agenzia Federale dell’Ambiente) tedesca ha calcolato che una riduzione a 130 km/h porterebbe ad una riduzione di 2,2 milioni di tonnellate di CO2 per anno, che equivale all’1,5% delle emissioni per i trasporti (2021) e lo 0,3% delle emissioni complessive di tutta la Germania, che a sua volta è responsabile di un modesto 1,76% delle emissioni di CO2 mondiali.

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