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La Tipo 33 è una stirpe leggendaria in casa Alfa Romeo. Creata insieme ad Autodelta nel 1965, la Tipo 33 si è evoluta nel corso degli anni successivi adattando carrozzeria e motore a seconda delle competizioni a cui partecipava.

Oltre alla tripletta nella classe 2 litri alla 24 Ore di Daytona 1968, uno dei momenti più iconici di questo modello fu la partecipazione alla 24 Ore di Le Mans del 1970. L’esemplare numero 35 di quella gara è finito all’asta da RM Sotheby’s che si terrà a Monte Carlo il prossimo 14 maggio.

Potentissima, ma sfortunata

Il “3” di 33/3 sta ad indicare la cilindrata dell’Alfa Romeo che con questo modello passò proprio da 2 a 3 litri. Il propulsore V8 montato centralmente era capace di toccare tra i 400 e i 440 CV e di raggiungere i 310 km/h di velocità massima grazie ad una carrozzeria pesante appena 700 kg.

1969 Alfa Romeo Tipo 33/3
1969 Alfa Romeo Tipo 33/3

L’Alfa Romeo si presentò all’edizione 1970 della 24 Ore di Le Mans con obiettivi importanti e con quattro modelli al via: la n° 35 di Nanni Galli e Rolf Stommelen, la n° 36 di De Adamich e Courage, la n° 37 di Hezemans e Gregory e la n° 38 di Zeccoli e Facetti. Galli e Stommelen restarono in seconda posizione per buona parte della gara, prima di ritirarsi per un problema tecnico.

Non ha perso il “vizio” delle corse

Proprio la vettura n° 35 è la protagonista dell’asta di RM Sotheby’s. Riconosciuta come autentica dallo stesso Nanni Galli, questa Alfa Romeo è comparsa anche in molte riprese del film/documentario Le Mans con Steve McQueen.

Dopo aver abbandonato il mondo delle corse e quello del cinema, la Tipo 33/3 è passata di mano a quattro diversi proprietari. Uno di questi l’ha anche impiegata in alcune competizioni per auto storiche come mostra il video che vi proponiamo.

L’auto si presenta in ottime condizioni anche perché nel corso degli anni è stata sottoposta ad oltre 800.000 euro di manutenzioni e riparazioni. Secondo la casa d’aste, chi si vorrà accaparrare questa Alfa Romeo dovrà sborsare almeno 1,7 o 2,1 milioni di euro.

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