Gli anni del Dopoguerra per molte Case automobilistiche si sono rivelati il momento perfetto per lanciare sul mercato nuove tecnologie da introdurre sui modelli di punta. Tra gli esempi più lampanti troviamo i motori Fiat della Serie 100 che hanno fatto il loro debutto nel 1955 sulla Fiat 600, la prima utilitaria italiana nata nel Dopoguerra, ed erano molto moderni per l’epoca.
Si trattava di una famiglia di motori progettata dal team guidato da Dante Giacosa, papà anche della Topolino e della 500, in soli 4 mesi ma che nel corso degli anni ha subito importanti evoluzioni e migliorie fino agli inizi del 2000, quando la Casa torinese, con l’intento di introdurre l’iniezione multipoint, ha dovuto abbandonare questa dinastia e focalizzarsi su propulsori del tutto nuovi.
Un po’ di tecnica
Come abbiamo detto, la famiglia dei motori “Tipo 100” ha debuttato nel 1955 con l’unità della Fiat 600. Si trattava di un 4 cilindri alimentato a benzina e raffreddato ad acqua con configurazione longitudinale posteriore che si sarebbe poi adattato allo schema anteriore trasversale sui primi modelli a trazione anteriore come 128 e 127, arrivati a partire da fine Anni ’60.
Fiat 128 900
Prodotti prima a Mirafiori e poi nello stabilimento polacco di Bielsko-Biala dal 1955 al 2000. avevano tra le altre prerogative la distribuzione affidata a un albero a camme montato nel basamento e collegato mediante catena, e 8 valvole comandate da aste e bilancieri. La testa era in lega di alluminio mentre l’albero motore disponeva di 3 supporti di banco.
Fiat 127
C’erano poi il collettore di aspirazione integrato nella fusione della testa, la circolazione dell’acqua forzata mediante pompa anziché per moto convettivo e l’accensione a puntine e spinterogeno anziché a magnete. Per quanto riguarda l’alimentazione, i primi motori “Serie 100” erano dotati di carburatori mentre successivamente, più precisamente nel 1992, con l’arrivo del primo catalizzatore è stata introdotta l’iniezione single-point.
Fiat Cinquecento 1991
Le applicazioni sportive
Partendo dal 633 cc introdotto con la 600 del 1955 sono stati sviluppati propulsori con cilindrata crescente fino a 1.050 cc e con potenze che passavano dai 21 CV della prima versione fino ai 70 CV della A112 Abarth e poi anche su veicoli commerciali e su modelli sportivi. A questo proposito risulta interessante l’applicazione nei Rally, nelle gare turismo e in salita, come motorizzazione di approccio per i piloti neofiti, sino alla formula “Panda Monza” degli Anni ’80.
Cilindrata | Potenza | Modelli |
633 cm3 | da 21,5 a 24,5 CV | Fiat 600 |
767 cm3 | 29 CV | Fiat 600D, 600T, Seat 800 |
769 cm3 | 34 CV | Fiat Panda Young |
899 cm3 | 39 CV | Fiat Cinquecento, Seicento, Panda |
903 cm3 | 45 – 47 CV | Fiat 127, Panda 45, Uno 45, Autobianchi A112, Seat Marbella, Fura, Ibiza Junior |
1.050 cm3 | 70 CV | Autobianchi A112 Abarth |