Gli autovelox potrebbero scomparire dalle strade con limiti di velocità inferiori a 50 km/h. Questo è uno degli argomenti al centro di un decreto voluto dal ministero degli Interni e delle Infrastrutture e Trasporti, attualmente in discussione e pronto (pare) a diventare effettivo entro la metà di marzo.

Ma non è tutto: la battaglia anti autovelox del Governo, o meglio del ministro Salvini, pare non fermarsi qui. 

Dove, come e quando 

Sono questi gli elementi sui quali poggia il decreto interministeriale. Secondo indiscrezioni emerse durante le discussioni sul nuovo codice della strada – il cui varo è atteso entro l’estate – l’intenzione di bloccare l’installazione degli autovelox su alcune tipologie di strade.

In primis dove il limite è inferiore ai 50 km/h. Vengono subito in mente Bologna e i suoi limiti di 30 km/h in gran parte della città. Anche se, a onor del vero, all’ombra delle torri vengono usati dispositivi telelaser come TruCam o TruSpeed.

C’è poi un altro caso più complesso. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore infatti i rilevatori di velocità non potranno comparire nemmeno lungo le strade extraurbane con limite inferiore a 20 km/h rispetto a quanto previsto dal codice della strada. Per fare un esempio su extraurbane principali, dove normalmente il limite è di 110 km/h, se il gestore non permette di superare almeno i 90 km/h non ci potranno essere autovelox.

Il decreto regola anche i rilevatori di velocità mobili, gestiti da pattuglie in movimento. Le sanzioni potranno essere notificate non immediatamente unicamente in caso di impossibilità di installare dispositivi fissi. Infine la presenza di autovelox sarà regolata dal Prefetto e dovranno essere segnalati almeno 1 km prima al di fuori dei centri abitati.

Il ministro Salvini ha ricordato poi ieri che ogni autovelox dovrà essere omologato uniformemente in tutta Italia. L’obiettivo del ministero è quello di eliminare multe selvagge nel Bel Paese che, sempre secondo il Sole, nel 2023 hanno fruttato 1,5 miliardi di euro ai comuni.

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