Nel mondo dell’auto è diventata una regola non scritta, seguita da molti costruttori: raggiunto il terzo anno di età, è tempo di restyling. Un’evoluzione che nel caso di questa prova su strada interessa la Opel Insignia, che si aggiorna non solo l’estetica, ma anche nell’intera gamma motori, resa ancora più efficiente e parsimoniosa (almeno sulla carta).

Si tratta di un “atto dovuto”, per non alimentare eccessivamente il gap da un’altra protagonista assoluta della stessa categoria: la Volkswagen Passat. E sebbene le berline e le station wagon di segmento D siano quasi in via di estinzione, a causa dei SUV, c’è chi ancora – come la Insignia – decide di perpetrare la causa, fornendo gli strumenti necessari per una guida al passo coi tempi. Soprattutto in autostrada.

Esterni

Meglio visionarla con cura, questa ammiraglia tedesca, perché il facelift si riduce ai minimi termini. La quasi totalità della dote della Opel Insignia restyling, infatti, si svela nel frontale. Sezione che presenta una griglia più grande, che si dota di elementi tridimensionali.

È una scelta stilistica che dona maggiore profondità al muso, dove l’intervento più rilevante è quello riservato ai gruppi ottici. Ora i fari in formato IntelluLux a matrice di Led sono equipaggiati di 168 piccoli segmenti di luce, 84 per ogni lato, quando in precedenza erano 32 per elemento.

Le conferme arrivano invece dalle dimensioni, immutate sia sulla versione berlina Gran Sport che sulla station wagon Sports Tourer, modello scelto per questo primo test drive. La berlina è lunga 4,90 metri, la familiare 4,99 metri. La larghezza, invece, è di 1,86 metri per entrambe.

Interni

Nell’abitacolo, la parola d’ordine è spazio. Sia in senso longitudinale che in senso trasversale, i centimetri a disposizione degli occupanti sono una garanzia. Segno che il fattore station wagon sia ancora un valore aggiunto quando si tratta di volume.

A maggior ragione quando si passa a valutare il bagagliaio di questa familiare, che parte da una capacità minima di 560 litri, per raggiungere la soglia – a sedili abbattuti – di 1665 litri. Sono valori da primatista, consolidati da una conformazione del piano di carico piuttosto regolare.

Opel Insignia restyling (2020)

Parlando del sistema infotelematico, c’è da dire che il numero di tasti fisici è da considerarsi tutto sommato accettabile, mentre la grafica del quadro strumenti e del display centrale è piuttosto austera. Il primo presenta al centro un display da 8”, seguito ai lati dalla più classica strumentazione analogica.

Mentre l’infotaintment si comanda con con grandi pulsanti in mezzo alla plancia e tramite il touchscreen più in alto, di cui sono parte il sistema di navigazione e i protocolli Apple CarPlay e Android Auto. Entrambi necessitano della connessione via cavo per essere operativi, ma si possono avere in più dei pacchetti dedicati, per avere ulteriori upgrade (come l’Head-up display).

Guida

La motorizzazione più adatta ad assecondare l’indole da grande passista della Opel Insignia è il 2 litri turbo diesel CDTI da 174 cavalli. È un motore fedele al marchio tedesco, un ultimo baluardo dell’assetto societario precedente all’acquisizione di Opel da parte del Gruppo PSA. E infatti, la cilindrata di questo propulsore è leggermente inferiore a quella dell’unità che equipaggia ad esempio la Peugeot 508.

Nello specifico della prova, il “duemila” 4 cilindri era accoppiato ad un cambio automatico ad 8 marce, ma a listino è disponibile pure una versione manuale a 6 rapporti. Ruvido nelle fasi iniziali di accelerazione, il motore rientra nei ranghi a velocità costante. E nonostante i 380 Nm di coppia, la spinta non è vibrante come ci si potrebbe attendere.

Opel Insignia restyling (2020)

Dove la Insignia dà il meglio è nei tratti autostradali, grazie anche al comfort dei sedili certificati AGR (ente tedesco con specialisti di medicina posturale). Del resto, anche la taratura delle sospensioni è focalizzata sull’assorbimento delle irregolarità, così come la guida che ne consegue.

Certo, potete decidere di impegnarla fra le curve, ma non è questa la versione adatta. A listino ci sono pure la GSi turbo benzina da 230 CV, oltre che le più garbate 1.4 turbo da 146 CV, 2.0 turbo da 200 CV, e il tre cilindri turbo diesel da 122 CV.

Nel corso della prova – sviluppatasi nei dintorni di Milano fra tratti urbani, percorsi extraurbani e pure autostradali – il computer di bordo della Insignia ha fatto segnare un consumo di 6,7 litri/100 km.

Curiosità

Una delle novità che presenta la nuova Opel Insignia, già disponibile su altre vetture del marchio Opel (come la nuova Corsa), è lo shutter attivo. E cioè la griglia anteriore che apre e chiude le feritoie a seconda della temperatura del motore. Ottimizzando così l’aerodinamica, o favorendo in alternativa il raffreddamento del propulsore.

Prezzi

La Insignia in formato station wagon parte da un prezzo di 34.000 euro e gli allestimenti sono sostanzialmente tre: Business Edition, Business Elegance e Ultimate. Fa eccezione la GSi, che di fatto è una versione a sé, mentre  – a livello optional – sono previsti una serie di pacchetti dedicati che annoverano una suite di accessori come, ad esempio, il cruise control adattivo. Il prezzo dell’esemplare in prova, infine, ha un prezzo di listino che parte da quota 41.500 euro.

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