Probabilmente molti automobilisti lo ignorano, ma il riciclaggio dei materiali di cui si parla sempre più spesso non è un obiettivo futuro bensì una realtà consolidata. Una specifica Direttiva dell’Unione Europea, la 2005/64/CE, stabilisce che già oggi ogni veicolo venduto sul proprio territorio debba essere riciclabile per almeno l’85%.

Questo non rappresenta soltanto un dovere, ma anche un’opportunità per i costruttori, che fanno di recupero e riciclaggio dei materiali la parte fondamentale delle loro strategie di sostenibilità. E’ così per Skoda, che nel recente workshop in cui ha ribadito traguardi e obiettivi del suo piano 2030 ha posto particolare attenzione proprio a questo tema.

Obiettivo 100%

Il primo beneficio del riciclaggio in ambito auto è ambientale e poi, indirettamente, economico: riutilizzare le parti di vetture a fine ciclo vita significa riavviare metalli, plastiche e vetro alla produzione e ridurre la richiesta di materie prime “vergini” che sono economicamente più care e sono anche dispendiose in termini di energia ed emissioni (basti pensare all’attività mineraria legata all’estrazione dei metalli o del petrolio).

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Oggi, Skoda annuncia di aver già superato la quota regolamentare dell’85% di materiali riutilizzabili e punta a superare il 95% di materiale riutilizzato internamente, ossia riavviato ai propri cicli produttivi. Attualmente, su un modello come l’Octavia, circa un terzo dei materiali utilizzati per fabbricare una nuova vettura ha origine da processi di riciclaggio e molto spesso il materiale proviene da altre auto.

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Qualche esempio? Il pannello posto tra il vano motore e il parabrezza è realizzato con plastiche recuperate dagli scarti di stampaggio di altre parti lavorate in fabbrica, mentre la copertura del motore è realizzata riciclando gli involucri delle batterie di servizio. 

Questo si aggiunge al sempre più diffuso utilizzo di nylon ricavato da PET ottenuto riciclando vecchie bottiglie di plastica: nel caso della Octavia, questo materiale è usato per la floccatura del vano di carico, mentre per l’elettrica Enyaq iV esiste un intero allestimento, quello della versione Lodge, realizzato con l’equivalente di 340 bottiglie di plastica usate.

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Il prossimo passo, che sarà applicato alla produzione dei nuovi modelli Skoda, sarà la realizzazione di pannelli esterni, tra cui quelli dei paraurti, con plastica ricavata da altri paraurti. 

Triturati, ripuliti e separati dai residui di vernice, questi elementi sono poi sottoposti a un processo termochimico e ridotti a granulato base che si usa per generare nuova plastica liquida per tutti i pezzi prodotti con stampaggio a iniezione.

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Anche le gomme diventano plastica

La progressiva eliminazione di sostanze inquinanti e difficili da smaltire, come gli oli aromatici per l’amalgama, hanno reso anche i pneumatici più adatti al riciclaggio. Oltre al metallo delle carcasse, anche la materia delle mescole può essere riutilizzata in molti modi. 

In questo, l’esempio migliore è rappresentato dall’ultima concept car presentata da Skoda, la Vision 7S, che anticipa il prossimo modello top della gamma elettrica, oltre che il nuovo stile di marca e anche l’orientamento della produzione sul piano, appunto, dei materiali.

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Sulla concept, l’intero rivestimento del pavimento e dei brancardi è ottenuto con materiale plastico ricavato dal riciclaggio di vecchi pneumatici, con un trattamento superficiale che lo rende “gommoso” quanto basta per dare la giusta aderenza. Lo stesso materiale compone anche gli archi passaruota esterni, in questo caso con una testura a “effetto plastica” più liscia al tatto.

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