“Se ci saranno le condizioni potremmo estendere la produzione della Fiat Panda a Pomigliano fino al 2030. Parole e musica di Carlos Tavares, intervenuto sull’incontro coi sindacati a Mirafiori. Mentre il principale argomento del giorno era, appunto, il complesso torinese, l’amministratore delegato ha riservato un pensiero pure alla fabbrica campana. In precedenza, Olivier François, CEO del Lingotto, aveva esteso di un anno, dal 2026 al 2027, il ciclo di vita della best seller per eccellenza nei confini italiani.

La vettura è reduce pure dal cambio di nome, da Fiat Panda a Pandina. Il motivo? Non creare confusione con la prossima generazione, la quale nascerà in Serbia, più esattamente presso l’impianto di Kragujevac. La presentazione avverrà in una data significativa per l’azienda: l’11 giugno 2024, quando compirà 115 anni. Per uno strano scherzo del destino, i festeggiamenti avverranno lontano dal capoluogo piemontese, in nome della forsennata ricerca del profitto, l’obiettivo numero uno perseguito da Stellantis.

Torino è casa

I ridotti costi di produzione e logistici spingono ad ampliare gli orizzonti, ergendosi a realtà globale. Nulla di personale, sono solo affari. Ma occhio a essere disfattisti: A Torino e in Italia ci sentiamo a casa – ha spiegato l’ad –. Parliamo con sindacati che rappresentano l’80% del personale, e firmiamo con loro decine di accordi. E’ un sindacato costruttivo”.

“Nonostante la paura verso l’ignoto di alcuni – ha dichiarato Tavares, il dialogo con i sindacati è stato sincero, rispettoso. I sindacati hanno capito bene che se non ci allontaniamo dal dogmatismo andiamo a intrappolare le nostre società, le congeliamo, mentre se riconosciamo che ci sono problemi da risolvere tutto è possibile.

L’occasione è stata propizia per rasserenare gli animi: Ci sono fake news che dicono che Stellantis se ne va dall’Italia. Noi qui ci sentiamo a casa. Siamo i leader di questo mercato con più del 34% di quota. Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene dall’Italia, stiamo investendo pesantemente, abbiamo progetti, idee la capacità per tenere fede ai nostri impegni”.

La minaccia dei competitor cinesi

Dicono che non siamo interessati e si chiamano per questo i cinesi. Sono fake news – ha tuonato il Chief Executive Officer -. Le fake news aprono la finestra per fare entrare i cinesi, ma noi abbiamo intenzione di rafforzare la nostra leadership nel Paese. Vogliamo aiutare i lavoratori a combattere contro queste fake news”.

Da qui l’appello: “Con grande rispetto e in modo amichevole voglio dire che non posso che chiedervi, pregarvi, supplicarvi, di chiuderla con le fake news e lasciare lavorare le persone che meritano il nostro sostegno. Se non facciamo questo cambiamento scompariremo perché è la legge darwiniana”.

Sul ventilato approdo di un secondo costruttore nella nostra penisola, Tavares mette in guardia tutti: “L’arrivo di un competitor porta a ridurre la quota di mercato di chi è leader come noi in Italia. Se siamo sotto pressione possiamo accelerare la produttività per ridurre i costi. Inoltre se perdiamo quote di mercato servono meno stabilimenti.

Introdurre la concorrenza cinese è una grande minaccia per Stellantisha concluso –. Noi combatteremo, ma quando si combatte possono esserci vittime. Non aspettatevi che usciremo vincitori senza cicatrici”.

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