L’ibrida che non ti svena

Tra le utilitarie con sistema ibrido, la Lancia Ypsilon è una delle meno costose (anche per merito dei corposi sconti). E beve poco: il 1.0 a tre cilindri da 70 CV (fresco di progettazione, sostituisce il 1.2 da 69) viene aiutato dall’unità a corrente da 5 CV, collegata all’albero a gomiti con una cinghia. Sotto carico lo aiuta a girare e quindi a far accelerare l’auto; inoltre, fa da motorino d’avviamento, alternatore e Stop&Start, e recupera energia nei rallentamenti (quando è trascinato dalle ruote). La corrente viene immagazzinata in una seconda batteria, sempre a 12 volt ma da 0,13 kWh (circa il doppio della capacità dell’accumulatore principale) e agli ioni di litio. Abbastanza ben insonorizzato, il 1.0 è dotato di un efficiente Stop&Start, che lo spegne e riavvia senza scossoni. Col solo motore elettrico, però, l’auto non percorre neanche un metro: si tratta di una mild hybrid.

Come tutte le ibride, comunque, la Lancia Ypsilon gode di varie agevolazioni: accesso alle Ztl di alcune città, bollo ridotto in determinate province, parcheggi gratuiti sulle strisce blu e altro ancora. Nelle marce alte la ripresa è moscia, ma il cambio è un preciso manuale a sei marce (una rarità per vetture di questa potenza) e il comfort convince: le sospensioni morbide e i pneumatici non sportivi “lisciano” i fondi accidentati. Un po’ sottotono, invece, freni e sterzo. L’auto ha spazi d’arresto lunghi e già dopo la prima frenata intensa da alta velocità l’impianto inizia a perdere efficacia; lo sterzo non brilla per precisione, ma fa comodo la funzione City, che lo alleggerisce ancora di più in manovra e a bassa andatura.

La Lancia Ypsilon, però, ha dieci anni, e si vede: mancano tutti i sistemi di sicurezza più evoluti, come la frenata automatica d’emergenza. Ci sono solo il cruise control, l’Esp e l’Abs (gli ultimi due obbligatori per legge) e si pagano a parte persino gli airbag laterali, i poggiatesta posteriori e l’omologazione per il quinto posto.

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