Se chiedessimo ad un qualunque automobilista qual è secondo lui il modello più celebre e rappresentativo del marchio Seat, è molto probabile che indicherebbe Ibiza. Ma se la domanda riguardasse, in modo più specifico il modello-simbolo della gamma odierna, quello che ha fatto fare alla Casa il vero balzo verso la popolarità e costruito l’immagine di marca che il brand spagnolo vanta oggi, allora la risposta non può essere che Leon.

Sin dal lancio della prima generazione, 20 anni fa, la compatta ha infatti sottolineato il desiderio dello stesso Gruppo Volkswagen di far uscire la Casa di Martorell dl ruolo di comprimaria, senza timore di metterla in competizione con la suo best-seller Golf ma anzi, facendo sì che completasse (insieme alla Audi A3) la presenza del colosso nel segmento cuore del mercato.

Due volumi e tanta grinta

La prima generazione di Leon ha dunque vito la luce alla fine del ’99 e va detto che tecnica a parte, la parentela con la Golf è apparsa da subito poco evidente.

Merito di un design molto personale, che riprendeva le linee e i dettagli della media Toledo (la quale ha avuto un epilogo non altrettanto fortunato con le serie successive), un frontale morbido e non banale e una corporatura che quasi sapeva coupé, con lunotto spiovente e coda tronca, bilanciata però dalla scelta pratica di proporre esclusivamente le 5 porte.

La prima Leon ha condiviso il meglio che la banca motori del Gruppo poteva offrire, compresi gli emergenti turbodiesel TDI pompa-iniettore con potenze fino a 130 CV che hanno contribuito non poco a porla come una delle più interessanti compatte sportive, grazie a una gamma decisamente articolata.

Al vertice si posizionavano le varianti Cupra, (acronimo di Cup Racing, portato alla notorietà dalla Ibiza ma qui declinato ad un livello superiore), da 180 CV a oltre 200 CV (225 sulla Cupra R), una V6 a trazione integrale e anche un modello a gasolio TDI da 150 CV.

Seat Leon, la storia

La generazione De Silva e la famiglia allargata

Nel 2006, sulla piattaforma della Golf V che aveva, tra le altre novità, le sospensioni posteriori indipendenti standard su tutta la gamma, è arrivata la seconda generazione Leon dallo stile totalmente diverso.

La mano che lo ha tracciato è quella di Walter de Silva, proveniente da Alfa Romeo (e futuro capo del design dell’intero VW Group), che ha optato per un designo fluido, fatto di linee avvolgenti e prive di spigoli, nel quale tuttavia non mancava qualche ispirazione alle berline del Biscione (ad esempio nelle fanalerie posteriori) di cui le Seat si consideravano già concorrenti.

Questa è stata la generazione che ha conosciuto la prima espansione della gamma, visto che sull’onda dell’entusiasmo per monovolume prima e SUV poi, dalla Leon hanno preso vita prima la Altea e la Altea XL e poi la Altea Freetrack. Quest’ultima è stata sarà l’unica della famiglia con trazione integrale.

Seat Leon, la storia

La terza serie, arriva la coupé

Il modello successivo, introdotto nel 2012, è tornato a proporre linee meno estemporanee e più tese, operando un’altra evoluzione della gamma, che ha perso le monovolume ma proposto per la prima volta una tre porte, battezzata SC ossia SportCoupé (come anche la contemporanea Ibiza), e una station wagon che ha preso invece la sigla ST, ovvero SportsTourer.

Seat Leon, la storia

La prima in particolare andava in controtendenza visto che proprio in questo periodo molti costruttori stavano abbandonando le tre porte sui modelli compatti.

La trazione integrale, qui battezzata 4Drive, è tornata sulla sulla ST che si è ritrovata ad essere il modello più versatile anche nell’offerta, completa tanto delle varianti Cupra sempre più raffinate e potenti (fino a 300 CV) ma sconfinando anche nell’offroad, grazie al modello X-perience, dotato di sospensioni rialzate e look da tuttoterreno.

Seat Leon, la storia

Con questa generazione, la Leon ha consolidato il suo ruolo di marchio sportivo guadagnando crescenti consensi presso il pubblico amante delle auto veloci ma accessibili, soprattutto con i modelli Cupra, destinati a prendere la propria via.

Mentre al di sotto si inizia a guardare alla sostenibilità, con versioni a basse emissioni e lea prime TGI, dotate di motori turbobenzina con impianto a metano sviluppato appositamente.

Seat Leon, la storia

La quarta generazione e lo spin-off di Cupra

La crescente popolarità delle versioni Cupra ha convinto la Casa che fosse il momento per far vivere questa declinazione delle vetture Seat di vita propria: nel 2018, Cupra è diventato un marchio a tutti gli effetti, destinato ad accogliere le varianti ad alte prestazioni dei modelli di Martorell, assieme a veri e propri inediti, anticipati dalla Formentor.

La prima ad inaugurare questo nuovo corso è stata ancora la Leon, che ha accompagnato il passaggio nell’ultima fase della carriera della terza generazione consacrandola con la quarta, quella attuale.

La nuova Leon si propone oggi nelle consuete versioni berlina, nuovamente a sole 5 porte, e ST (nel frattempo Seat ha creato una vera e propria famiglia di SUV con ben due modelli medio-compatti, Ateca e Tarraco, ai quali si aggiunge la più piccola Arona).

Una gamma che guarda tuttavia anche alla sostenibilità, e che a breve includerà oltre alle evolute offerte a metano in arrivo, anche i primi modelli ibridi, questi ultimi annunciati anche per le Cupra Leon con cui anche le performance assumeranno un nuovo valore.

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