Produttori di auto e concessionari dovranno attendere ancora diverso tempo, prima di tornare ai volumi di vendita di fine 2019 e inizio 2020. Secondo le ultime rilevazioni di DealerSTAT, infatti, le vendite di auto nuove e usate continuano a calare nonostante la riapertura degli impianti di produzione e delle concessionarie.

Insomma, gli effetti del nuovo Coronavirus si fanno ancora sentire e, come accennato, la ripresa delle vendite a pieno regime si farà attendere ancora diverso tempo. Secondo i concessionari chiamati in causa da DealerSTAT, infatti, il rimbalzo delle vendite e il ritorno a volumi “normali” arriverà soltanto a metà 2021. Ossia, tra un anno circa. Una situazione catastrofica per i più, e che potrebbe portare anche a sconvolgimenti nel mercato automobilistico italiano. A soffrire, in particolare, potrebbero essere i piccoli autoconcessionari “autonomi”, che potrebbero anche non riaprire più o potrebbero essere costretti a cedere alle “lusinghe” di gruppi più grandi e strutturati.

Tornando ai dati della ricerca di DealerSTAT, che verranno discussi e presentati il prossimo 23 giugno nel corso dell’Automotive Forum Live, i concessionari automobilistici si attendono una contrazione del fatturato 2020 del 38 per cento per le auto nuove, del 27 per cento per l’usato e del 18 per cento per il post vendita. Cifre che, se confrontate con le contrazioni fatte registrare da UNRAE nei mesi di marzo e aprile, fanno comunque presagire un lento, ma costante ritorno alla normalità. Comunque, il conto che i concessionari potrebbero pagare (e con loro anche i produttori di automobili) è tutt’altro che indifferente: secondo i dati DealerSTAT, una contrazione del genere porterà a mancati introiti per 14 miliardi di euro.

A pagare pegno, però, non saranno solamente produttori e concessionari. Il settore automobilistico, infatti, è anche una delle più importanti fonti di entrata per le casse dell’erario, con miliardi di tasse versati ogni anno. DealerSTAT, nella sua ricerca, prova a calcolare anche “l’ammanco di cassa” causato dalle minori vendite di auto nuove e usate. E, per il Governo del Premier Conte, non è affatto una buona notizia: se la contrazione a doppia cifra del mercato automobilistico dovesse essere confermata anche da dati reali, l’erario dovrà fare i conti con 2,5 miliardi di minori entrate fiscali.

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