I programmi delle Case per rendere più sostenibile la produzione sembrano inevitabilmente legati a concetti puramente matematici come l’intelligenza artificiale e l’ottimizzazione, il risparmio e la sinergia, eppure ci sono luoghi dove queste esigenze si sposano con la filosofia orientale e con l’abilità manuale dei maestri artigiani.
Uno dei questi luoghi è la fabbrica Toyota di Myochi, che al pari di altri si affida alle capacità dei maestri Takumi nel difficile e delicato compito di assemblare motori anche da competizione. Qui, il concetto che Toyota ha riassunto nella parola “Monozukuri”, che in giapponese indica sia l’abilità artigianale sia, in senso più ampio, la “capacità di realizzare cose” usando con maestria i macchinari tanto quanto la propria abilità manuale.
Motori dal 1973
L’impianto di Myochi sorge nella prefettura di Aichi, dove sono concentrate la maggioranza delle fabbriche più importanti: apre i battenti nel 1973 e inizia a sfornare componenti in acciaio e alluminio pressofuso per motori e sospensioni, differenziali e gruppi di rinvio per veicoli a quattro ruote motrici.
Alla fine del decennio sono introdotti i primi processi a controllo computerizzato, mentre nel 1984 si sperimentano all’interno del complesso i primi rudimentali sistemi di trasporto parti con veicoli a guida autonoma. Nel 1986 viene aperto un impianto di verniciatura interno che accelera la produzione di parti finite mentre all’inizio degli Anni ’90 si inizia a costruire anche colonne e sistemi di sterzo.
La fabbrica di motori e componenti Toyota di Myochi
Zero rifiuti dal 2000
Il decennio porta co sé anche i primi traguardi nel campo della sostenibilità ambientale: nel 1998 lo stabilimento Toyota è certificato ISO 14001, mentre nel 2000 viene raggiunto l’obiettivo dell’eliminazione completa dei rifiuti da discarica. Nel 2008 Myochi riceve il premio del Ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria per la produzione di differenziali di qualità e per l’elevato risparmio energetico ottenuto grazie all’uso di forni a trattamento termico con metodo SQC.
Una delle fasi di lavorazione di componenti dei motori condotta artigianalmente a Myochi
L’intervento umano
Malgrado la costante crescita tecnologica, a Myochi è stata sviluppata di pari passo anche l’artigianalità, applicata soprattutto alla costruzione di propulsori, tramite i maestri Takumi, capaci di superare anche i robot nella finitura dei prodotti di alta qualità.
Ne sono un esempio le strutture interne estremamente complesse dei componenti dei motori ad altissime prestazioni utilizzati negli sport motoristici, modellate utilizzando gabbie centrali e calibrate in ogni ogni singolo grammo di metallo con tecniche di stampaggio artigianali.
Inaugurazione | 1973 |
Proprietà | Toyota Motor Company |
Collocazione | Myochi, Prefettura di Aichi, Giappone |
Superficie complessiva | 570.000 metri quadri |
Dipendenti impiegati | Circa 1.600 |
Capacità produttiva | Circa 50.000 blocchi in ghisa, 30.000 in alluminio, 1.000.000 di differenziali e 70.000 transfer case l’anno |
Altre attività | – |
Modelli attualmente prodotti | – |
Modelli storici più importanti prodotti | – |
Modelli di prossima produzione | – |