Dalla F.1 allo sci, per un finlandese, è la norma. Se si parla di Valtteri Bottas la prima è il suo mestiere, il secondo una necessità per muoversi nei freddi inverni finlandesi. Passare dallo sci al ciclismo si può, specialmente se la prima moglie, Emilia Piikkarainen, era una campionessa di sci e l’attuale fidanzata, Tiffany Cromwell, una campionessa australiana di ciclismo.

Cosa c’entrano con Bottas e la F.1? C’entrano nel momento in cui il pilota dell’Alfa Romeo mostra una evoluzione della sua personalità e un indirizzo che sembra portarlo lontano dal circus. I risultati dell’ultima stagione sembrano portare Bottas sempre più lontano da quel mondo che lo ha visto per due anni, il 2017 e il 2019, vicecampione del mondo con la Mercedes e dei 10 GP vinti, con 20 pole position e 19 giri veloci, un ricordo ancora più lontano di quando si lottava per la vittoria. Cosa che ad oggi, con l’attuale monoposto, non solo è impensabile ma addirittura diventa una lotta per la sopravvivenza nelle ultime file.

In Austria, nel 2014, con la Williams sorprese in qualifica col secondo tempo alle spalle del compagno di team Massa e in gara ottenne il primo podio. Ricordi dolci cui seguirono gli anni del dominio Mercedes. Dal trovarsi al fianco di Hamilton e lottare per la pole, al fianco del cinese Zhou e lottare per un posto in penultima fila. Dal punto di vista psicologico è senza dubbio un trauma per un pilota che ha delle ambizioni. E il confronto col giovane cinese, specialmente in questa prima parte di stagione, non depone certo a favore di Bottas.

Mettendo insieme i nuovi interessi (basta vedere le storie sui social dove Valtteri attraversa nudo la foresta o si immerge in un fiume), i risultati in pista, il dubbio che la sua carriera sia giunta al capolinea viene. Quindi, quale futuro per Bottas in F.1? Ancora con Sauber il prossimo anno o si preannuncia uno stop?

Al momento non pensiamo affatto ai piloti – dice Alessandro Alunni Bravi – noi abbiamo il dovere di dargli una monoposto competitiva e solo in quel caso potremmo tirare delle somme. Fino a quando la nostra macchina non sarà al 100 per 100 non possiamo imputare niente. In quanto a Zhou le sue prestazioni sono in crescita e sta maturando, questo forse sfugge ai più e mette in ombra il suo valore. Per ora non abbiamo un problema piloti da affrontare”.

Esatto, per ora. Ma siccome il team principal italiano conosce bene l’ambiente e sa riconoscere i segnali, siamo curiosi di sapere quale sviluppo avrà la faccenda…

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