6 podi, secondo nell’edizione di quest’anno, Sébastien Loeb si presenta al via della 45ma Edizione con le credenziali aumentate dall’evoluzione della BRX Hunter. Il binomio è ora all’altezza del successo. Il piccolo mistero Nani Roma


9 dicembre 2022

Banbury, UK, 9 Dicembre. Di Toyota GR si è capito, di Audi si continua a intuire che fa sempre più paura, Mini è declassata a fornitore per privatoni. L’evoluzione delle auto e dei team impone prepotentemente i capitolati delle grandi Fabbriche, e la Dakar si specializza ed evolve verso un format di corsa riservato sempre di più a un’élite agonistica di partecipazione. Per fortuna non è sempre così, non solo così. Ogni tanto spunta un Davide, un progetto trasversale, a volte molto interessante, che si schiera contro i Golia. Quest’anno ce n’è uno praticamente nuovo, il Team Astara di cui si parlerà più avanti, e la “maturazione” del Progetto Bahrain Raid Xtreme, confidenzialmente BRX, la cui base è negli edifici dell’inglese Prodrive di David Richards. Quindi il pedigree è molto buono, e i fatti delle due prime partecipazioni, uniti agli exploit dell’ultimo minuto, lo hanno già (quasi) dimostrato. L’idea, corredata da un ampio ventaglio di aspettative, è che la terza volta possa essere quella buona.

Nata buona, ma immancabilmente non priva di difetti, la BRX Hunter T1+ ha subìto una prima, importante evoluzione grazie allo scambio di prigionieri dei regolamenti 2022 modificati per dare il Benvenuto a Audi e quietare le proteste Toyota. Con la possibilità di utilizzare cerchi da 17, per gomme da 37 pollici, in luogo dell’accoppiata 16/32, di allargare la carreggiata fino a 2,30 metri, e di aumentare l’escursione delle sospensioni di 70mm, arrivando così ai 350mm totali, la BRX è diventata improvvisamente, ma logicamente, un’auto vincente. Non più il frustrante azzeramento dello stock di pneumatici e grande efficacia. Così che Sébastien Loeb ha potuto ottenere il miglior risultato personale in 6 partecipazioni alla Dakar, la piazza d’onore ad appena 5 minuti dal vincitore, e conquistare 6 podi con 2 vittorie, di fatto allineandosi alle prestazioni, e quindi alle ambizioni, dei very big del momento, leggi le Hilux Toyota GR di Nasser Al Attiyah & Co.

L’idea di base del progetto Hunter Prodrive-BRX è quella di una 4×4 (più) leggera e agile, che unisce certe carte vincenti dei buggy ad altre delle trazioni integrali. L’anima dell’unità della Dakar è un 3.5 litri V-6 bi-turbo di derivazione Ford EcoBoost, che fornisce circa 400 (strozzati) cavalli e ben 700Nm di coppia. La novità al riguardo è nel pieno dei… serbatoi, questa volta una miscela di carburanti biofuel denominata Prodrive EcoPower e sviluppata sulla base della linea Sustain del produttore Coryton.

Naturalmente, i cambiamenti di base hanno portato una catena di altre modifiche. Di conseguenza sono stati rivisti freni e geometrie delle sospensioni, così come i dimensionamenti dei componenti in funzione dei nuovi carichi e misure. Non ultimo, Iac Callum, alias Matita Jaguar, è stato chiamato a ridefinire il design della sua creatura, dando al designer l’occasione di riportare sulla macchina da Corsa anche alcuni tratti perfezionati sulla Hunter Stradale da 650 cavalli.

E veniamo alla formazione. L’inizio dell’avventura BRX aveva portato sulle rosse di Bonbury Sébastien Loeb e Joan “Nani” Roma. Il fuoriclasse alsaziano veniva dall’esperienza Peugeot, il catalano dall’esperimento Borgward. Il 48enne di Haguenau è stato riconfermato, il 50enne di Folgueroles, che ha avuto le sue disavventure, no. Ma sulla rinuncia a Roma grava anche il sospetto di una non chiarissima procedura contrattuale.

Sta di fatto che BRX raddoppia, non più 2 bensì 4 Equipaggi. Con i colori ufficiali Factory saranno al via Sébastien Loeb-Fabien Lurquin e Orlando Terranova-Alex Haro, con i colori GCK Motorsport Guerlain Chicherit-Alex Winocq, e con le insegne Teltonika Racing Vaidotas Zala-Paulo Viuza.

Due fatti importanti portano acqua al mulino dei favori Bahrain Raid Xtreme. Il fatto che, appunto, due Equipaggi abbiamo scelto di correre con la Macchina inglese, e i risultati ottenuti dalle vetture di David Richards nell’ultimo scorcio di stagione. Chicherit ha, infatti, vinto il Rally del Marocco, penultima prova del Mondiale Rally-Raid, e Loeb l’ultima in Andalusia.

Meglio di così la marcia di avvicinamento alla 45ma Dakar non poteva andare!

© Immagini Red Bull Content Pool, ASO Media, BRX

The Hunter

ENGINE

Front-mid
3.5 litre V6 twin turbo
Single plenum/throttle
Dry sump
Power 400 bhp
Torque 700 Nm
 

TRANSMISSION
4 wheel drive
Six speed sequential shift gearbox
Front, centre and rear differentials
 

CHASSIS
High strength steel tubular structure
Carbon and natural fibre composite bodywork
Built-in hydraulic jacks

SUSPENSION
Double wishbone
Two fully adjustable dampers per wheel
 

WHEELS & TYRES

172×112/BFGoodrich 37”

 

WEIGTHS & DIMENSIONS

Length: 4.5m

Width: 2.3m

Heigth: 1.85

Total Wight: ca 1.850 Kg

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