Gli anni ’70 non sono stati tempi semplici per il settore dell’auto. La crisi petrolifera del 1974 e le conseguenze sul prezzo del carburante resero poco convenienti le vetture sportive o, in generale, quelle troppo assetate. 

Senza contare che l’elevata inflazione causata dall’aumento dei costi dell’energia aveva portato a una serie di scioperi e contestazioni, anche in Italia. In questa clima complicatissimo nacque la Fiat 131, l’erede della 124, che rimase in listino fino al 1984.

Il lancio

Introdotta nell’ottobre 1974, la 131 segnò un cambiamento nella denominazione, includendo il nome dello stabilimento d’assemblaggio della 131: Mirafiori. La vettura ereditò i motori dalla 124, mantenendo uno schema meccanico piuttosto tradizionale: trazione posteriore, avantreno a ruote indipendenti e retrotreno ad assale rigido.

L’aumento del passo (da 2,420 m a 2,490 m) migliorò lo spazio interno. All’inizio, la “131” offriva due motorizzazioni: un 1297 cm³ con 65 CV e un 1585 cm³ con 75 CV, entrambi derivati dal motore da 1438 cm³ della Fiat 124.

La gamma comprendeva undici varianti con due livelli di allestimento e tre tipi di carrozzeria. Per gli allestimenti, la versione base era la “Mirafiori”, con fari anteriori rettangolari, assenza di profilo laterale in metallo e gomma, copricerchi lucidi simili alla 124 base e interni semplificati.

L’allestimento più ricco – chiamato “Mirafiori Special” – presentava fari anteriori circolari doppi, profilo laterale in metallo e gomma, cerchi in lamiera con design specifico e interni più curati. Erano disponibili anche numerosi optional, come il cambio manuale a 5 marce (su entrambi gli allestimenti), l’automatico GM a 3 rapporti, l’aria condizionata, i sedili in velluto e altro ancora.

Per quanto riguarda i tipi di carrozzeria, c’erano la berlina a 2 porte, più orientata ai mercati del Nord Europa, la berlina a 4 porte e la giardinetta a 5 porte chiamata “Familiare”. 

Il primo rinnovamento

Nel 1977 si intensificarono i lavori per adattare la struttura della vettura e testare motorizzazioni diesel, vista l’alta domanda in Europa. Venne sperimentata anche una versione ibrida benzina/elettrica, presentata nel 1979 al salone di Detroit, anche se non fu mai prodotta in serie.

Al Salone di Ginevra del 1978 fece il suo debutto la seconda serie della 131. Il restyling della Fiat aveva nuove luci anteriori, una nuova mascherina e un cofano inedito. Inoltre, i fanali posteriori vennero ingranditi e vennero aggiunte nuove finiture per gli interni. 

Fiat 131 (1974-1984)

Al tempo stesso, fu introdotto l’allestimento “Supermirafiori”, con un design più ricercato sia internamente che esternamente rispetto alle Mirafiori, con sedili in velluto e cambio a 5 marce di serie su tutte le versioni. Esteriormente si distingueva subito grazie ai nuovi cerchi “a quadrifoglio” in lamiera stampata e per i paraurti completamente in plastica.

Per quanto riguarda le motorizzazioni, c’erano il motore a 4 cilindri aste e bilancieri da 1301 cm³ con 65 CV per le Mirafiori L e Mirafiori CL e il motore da 1,6 litri con 75 CV per la Mirafiori CL. Le Supermirafiori montavano invece motori a 4 cilindri bialbero, sempre da 1301 e 1585 cm³, con potenze rispettivamente di 78 CV e 96 CV a 6000 giri/min, successivamente incrementate a 82 e 98 CV. 

I tipi di carrozzeria disponibili erano tre: berlina a 2 e 4 porte e station wagon a 5 porte, ora chiamata Panorama. Le versioni a due porte offrivano una scelta limitata di motori e allestimenti, limitata alle 1300 e 1600 Mirafiori CL. La Panorama era disponibile con le stesse motorizzazioni della berlina a 4 porte, ad eccezione della Supermirafiori 1300/TC.

Fiat 131 (1974-1984)

Fiat 131, la seconda serie

Nel settembre 1978 venne introdotta la Racing, una versione sportiva: montava un motore bialbero da 1995 cm³ con 115 CV (preso dalla 132), raggiungendo una velocità massima di 180 km/h. A livello estetico, presentava un nuovo frontale con quattro proiettori circolari, finiture ai passaruota e spoiler che si estendeva lungo la fiancata e due nuovi specchietti retrovisori.

Nel 1981, alla fine della produzione della seconda serie, venne realizzato un piccolo lotto su ordinazione denominato Racing Volumetrico Abarth. Questa versione, con carrozzeria a due porte e identico allestimento estetico alla Racing standard, vantava l’aggiunta di nuovi cerchi in lega dal design specifico, distintivi Abarth e un motore bialbero da 1995 cm³ sovralimentato con compressore volumetrico a lobi, erogante una potenza massima di 140 CV.

La terza serie e l’addio

Nel 1981 debuttò la terza serie con nuovi paraurti e gruppi ottici posteriori e interni. Le Supermirafiori adottarono cerchi con anelli cromati e larghe fasce paracolpi laterali, mentre la carrozzeria a due porte scomparve definitivamente.

Vennero confermati solo gli allestimenti Mirafiori CL e Supermirafiori, con queste ultime che potevano contare su rivestimenti in velluto, volante regolabile, poggiatesta posteriori e per la prima volta alzavetri elettrici, chiusura centralizzata e per le versioni 2000/TC e 2500 D Supermirafiori anche il servosterzo.

Fiat 131 (1974-1984)

Nel 1983, con l’introduzione della Regata, la 131 berlina uscì di produzione, ma le Station Wagon continuarono a vivere col nuovo nome “131 Maratea”.

Queste nuove Maratea, disponibili solo nelle versioni 2000/TC (113 CV) e 2500 Supermirafiori D (72 CV), offrivano un equipaggiamento più ricco (cerchi in lega, barre portatutto cromate e vernice metallizzata) e un frontale con quattro fari circolari (ora con il nuovo logo Fiat a 5 barre inclinate) anche per la versione 2000 a benzina.

L’Abarth 131

Naturalmente, non si può parlare della 131 senza citare i successi nei rally. Nel 1976, Fiat svelò la 131 Abarth Rally, una versione stradale prodotta in soli 400 esemplari per ottenere l’omologazione nel Campionato Mondiale Rally, dove si aggiudicò la vittoria per tre volte: nel 1977, 1978 e 1980.

Basata sulla carrozzeria della prima serie a 2 porte, questa vettura venne appositamente alleggerita e rinforzata. La Abarth Rally, priva di paraurti, vantava passaruota allargati, spoiler, alettone, prese d’aria maggiorate e un’apertura sul cofano motore.

Fiat 131 (1974-1984)

Fiat 131, la versione da rally

Il motore, un 4 cilindri bialbero derivato dal motore due litri Fiat (e ulteriormente sviluppato dalla Abarth), presentava una distribuzione a sedici valvole e una cilindrata di 1995 cm³, erogando 140 CV nella versione da strada, mentre l’auto da corsa raggiungeva i 235 CV).

La sospensione posteriore, presa dalla 124 Abarth Rally, adottava un sistema a ruote indipendenti in sostituzione dell’originale schema ad assale rigido, mentre la carrozzeria presentava componenti in vetroresina o alluminio per cofani, spoiler, e parafanghi.

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