I cristalli oscurati rientrano tra le personalizzazioni più semplici e tutto sommato diffuse, in quanto le Case stesse li offrono frequentemente come opzione o addirittura di serie su molti allestimenti.

Basterebbe questo a fugare i dubbi sulla loro legittimità, ma attenzione, perché devono sottostare a regole precise. E se per i primi equipaggiamenti è la Casa stressa a fornirceli a norma, se per caso decidessimo di provvedere per conto nostro, è bene sapere quali sono i limiti.

A cosa servono

Il cristalli oscurati hanno un valore sia estetico sia pratico: danno un tocco di stile all’auto, creando un effetto di continuità con la carrozzeria specie se scura, ma principalmente servono per aumentare la privacy, rendendo più difficile vedere all’interno, e filtrare un po’ la luce e il calore. Creano dunque un ambiente più riservato e riposante per gli occupanti e proteggono gli interni stessi da logoramento e scolorimento dovuti all’esposizione al sole. L’effetto isolante delle più sofisticate può aiutare a limitare l’uso del climatizzatore contribuendo addirittura a far risparmiare carburante.

Norme di legge

L’applicazione delle pellicole è regolamentata da una direttiva europea del ’92 (92/22/CE) che sancisce il divieto di oscurare parabrezza e ai cristalli anteriori. Questo perché l’auto non deve essere modificata in modo da compromettere la visibilità da parte del conducente, al quale va garantita una visuale di 180° (dunque frontale e laterale). Dunque, tutte le modifiche che contrastano tale regolamento sono considerate fuorilegge.

Ci sarebbe, in realtà, una norma ancora più vecchia, risalente al 1971, che vieta anche le pellicole sui finestrini laterali e lunotto se l’auto non è dotata di specchietti retrovisori esterni, ma siccome questi sono diventati obbligatori non molti anni più tardi, è una puntualizzazione oggi inutile.

Dunque, anche per il Codice della Strada (articoli 71-72-78) l’unico divieto riguarda l’oscuramento dei cristalli anteriori e del parabrezza, e la loro applicazione non rientra tra le modifiche per cui è necessario l’aggiornamento della carta di circolazione.

Occorre però, come per tutti gli accessori in generale, che anche le pellicole rispettino i requisiti di omologazione e le norme comunitarie in fatto di materiali e che siano espressamente omologate per il tipo di cristallo e la vettura su cui vogliamo applicarle. Importante, poi, che il marchio del prodotto sia sempre ben visibile in modo da consentire in caso di controlli di verificarne i requisiti.

Tuning

Come fare e quanto costano 

Il primo suggerimento è sempre rivolgersi a installatori specializzati, come i centri per la sostituzione e riparazione dei cristalli che hanno competenza su tutto ciò che riguarda i vetri, quindi propongono prodotti in regola e soprattutto, conoscono la corretta procedura per l’applicazione, incluse pulizia e il pretrattamento dei cristalli. Si può anche fare da soli, acquistando rotoli di pellicola (si parte da circa 15 euro per quelli da 30×100 cm) e seguendo qualche tutorial, ma all’atto pratico è assai meno facile di quel che sembra.

Se ci rivolgiamo agli specialisti, il prezzo per applicare la pellicola al lunotto e ai finestrini posteriori varia i base alla superficie (sulle wagon e sulle monovolume include anche la terza fila di finestrini). Il lavoro richiede qualche ora, da 2 a 4, e ha un costo base che si aggira sui 150 euro nei casi più semplici e può arrivare a superare i 500 euro con l’aumentare del numero e della grandezza dei cristalli. 

Stesso discorso per la soluzione più complessa, ossia la sostituzione diretta dei cristalli, utilizzando ricambi originali presso l’officina di marca o, di nuovo, nei centri specializzati. Qui però i prezzi lievitano, perché i ricambi sono costosi. Sostituire lunotto e finestrini posteriori anche di una modesta utilitaria o di una city car rischia di costare non meno di 1.000 euro. Il lunotto da solo può richiederne oltre 400.

 

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