Ministro Urso: in Italia bisogna produrre più auto

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è tornato a parlare di automotive: dopo aver più volte posto l’accento sulla necessità di specifici accordi di transizione con Stellantis, il Ministro ha recentemente ribadito la necessità di fermare il declino del comparto.

Bisogna produrre più auto in Italia e si può fare”, ha affermato Urso nel corso della trasmissione “Progress” di SkyTg24: secondo i dati dei sindacati, ha spiegato il Ministro, le linee di produzione italiane sono in grado di produrre più di un milione e mezzo di autovetture – una cifra che supera di oltre tre volte la produzione dello scorso anno.

Urso: “Bisogna produrre più auto in Italia”

Secondi i numeri dell’OICA (Organizzazione internazionale di costruttori di veicoli a motore) sulla produzione di automobili, nel 2022 in Italia sono state prodotte 473.194 automobili: nella classifica dei produttori europei, l’Italia è all’ottavo posto dopo Romania e Regno Unito, che superano rispettivamente le 500.000 e le 750.000 unità prodotte.

Eppure, ha ricordato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, “secondo i dati dei sindacati le attuali linee produttive possono produrre oltre un milione e mezzo di autovetture”. Bisogna quindi invertire la rotta di un declino che dura ormai da vent’anni e tornare a costruire in Italia: come aveva ricordato il Ministro intervenendo al “Forum in Masseria” dopo l’incontro coi sindacati, “oggi Stellantis produce un milione di autovetture in Francia e solo 473mila in Italia”.

“Bisogna portare anche i livelli produttivi a un milione di auto”, aveva dichiarato Urso, “riducendo quello che oggi è un gap insostenibile tra produzione e mercato nazionale”: nel nostro Paese, ha ricordato il Ministro nel più recente intervento, vengono immatricolati circa 1,4 milioni di veicoli ogni anno.

In vista di un accordo di transizione con Stellantis

Stellantis è sicuramente un attore protagonista in questa storia: con sei impianti produttivi in Italia dislocati in Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Molise e Piemonte, il gruppo di Carlos Tavares rappresenta un partner irrinunciabile per la filiera italiana.

L’idea di realizzare un accordo di transizione tra il Governo e il colosso multinazionale era stata anticipata alla fine dello scorso mese, a margine dell’inaugurazione della prima gigafactory di Stellantis a Billy-Berclau, nel nord della Francia. Allora, il Ministro del Made in Italy aveva dichiarato di essersi confrontato con Carlos Tavares e John Elkann “in merito alla possibilità di realizzare un accordo di transizione fra Stellantis e il Governo, che impegni l’azienda e l’esecutivo a una politica comune di sostegno all’industria dell’automotive italiana”.

Urso è tornato a parlare dell’accordo strategico con Stellantis, affermando di puntare a “raggiungere un’intesa di alto profilo con un piano industriale chiaro che ci dimostri l’intenzione di investire nel Paese” come si sta facendo negli stabilimenti nordafricani di Orano e Kenitra.

Le proposte del Ministro per invertire la rotta

Un confronto continuativo e proficuo con Stellantis non sarà però sufficiente a risollevare le sorti della filiera dell’auto italiana: sarebbe necessario per esempio intervenire sugli incentivi statali in modo da agevolare i veicoli prodotti in Italia, ha dichiarato il Ministro a SkyTg24.

“L’80% delle macchine è prodotto all’estero”, aveva spiegato al termine dell’incontro coi sindacati, “quindi per ogni 5.000 euro di incentivi per l’acquisto di una nuova auto, 4.000 sono andati a fabbriche straniere”.

L’Italia, secondo i dati riportati dal Ministro, “è lo Stato europeo con il delta maggiore tra quello che viene prodotto e quello che assorbe” – che abbiamo visto essere 473.000 auto contro una domanda, almeno sulla carta, di 1,4 milioni di nuove vetture ogni anno.

Bisogna inoltre “investire di più su modelli innovativi anche a tutela della straordinaria filiera dell’auto” e trovare nuovi partner industriali: “Abbiamo bisogno anche di altre Case automobilistiche per reggere la sfida della transizione all’elettrico”, ha spiegato il Ministro, ricordando l’allarmante dato sull’anzianità del parco circolante in Italia. “Circa 11 milioni di autovetture, cioè il 25% del circolante, sono auto Euro 0-1-2-3”, ha detto Urso: una vera transizione, conclude il Ministro, deve “consentire a chi possiede una macchina vecchia e molto inquinante di permettersi di cambiare auto”.

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