Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio, richiama quel timore noto a tutti nel Bel Paese: Stellantis gravita più sulla Francia che sull’Italia. In effetti non serviva attendere la decisione su Grugliasco (stabilimento Maserati che chiude, confluendo a Mirafiori). Un senso politico lo si trova già sulla carta, nel gruppo nato da fusione di PSA e FCA: ci sono delle partecipazioni dello Stato Francese, in PSA.

Romano Prodi in una lettera sul Corriere della Sera evidenzia quanto di logico tocca interessi nazionali: se in Stellantis lo Stato francese ha un peso, per quanto piccolo ovviamente si adopererà sempre per tutelare l’occupazione e l’innovazione in terra francese. Eppure sulla carta il peso societario maggiore lo ha Exor, espressione di quello che fu Fiat.

Prodi nota come nei fatti la produzione italiana sia calata, ora dietro a Germania, Spagna, Francia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna e Slovacchia. Tavares, che non parla a caso, in effetti citò gli elevati costi di produzione dell’Italia e non solo Prodi ma molti rimarcano ora certi tagli, avvenuti non solo per lo stabilimento a Grugliasco.

Quello che più fa male però, tra gli elementi di allarme citati da Prodi, non è il fatto che a detta del professore il costo lavoro Italia sia comparabile a quello spagnolo, inferiore alla Francia (quindi da non delocalizzare) ma quella oggettiva “emarginazione dei centri di ricerca italiani”. Unita alla “assenza dei processi d’innovazione sulle auto elettriche” e anche nella produzione di batterie, per ora.

Magari occorre del tempo, per attuare piani seri, ma Prodi nota come le fabbriche nostrane operano a basso regime e sono tenute in vita dai soldi pubblici, della cassa integrazione.

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