L’Euro 7 metterà fine ai motori a scoppio?

EURO 7 IMPOSSIBILE? – Arriveranno norme sulle emissioni così stringenti che potranno rispettarle solo le elettriche e qualche ibrida? Questo allarme nasce da uno studio di 66 pagine, commissionato dall’Unione Europea e redatto dall’Advisory Group on Vehicle Emission Standards come bozza sulla quale impostare le prossime normative Euro 7 in vigore dal 2025. I limiti proposti appaiono come proibitivi: si parla infatti di emissioni di NOx di 30 mg/km, ma non si esclude un valore di 10 mg. Ricordiamo che le attuali norme Euro 6d fissano i limiti a 80 mg/km per le diesel e 60 mg/km per le auto a benzina. Si tratta di studi preliminari, d’accordo, ma questi numeri hanno già suscitato vivaci reazioni.

PULITI SEMPRE – Questi bassissimi valori, come se non bastasse, dovrebbero essere rispettati in un intervallo di temperature fra -10 e +40 gradi e a quote fino a 1.000 e forse 2.000 metri. Le rilevazioni saranno effettuate su strada con i test Real Drive Emission e si pensa anche a misure a distanza di anni (fino a 15 anni o 240.00 km) per verificare che l’efficacia dei dispositivi si mantenga anche dopo molto tempo. Ma non è finita qui perché nella bozza si chiede che i limiti dovrebbero essere rispettati anche in presenza di portabici, portapacchi o rimorchio. Com’era logico aspettarsi queste cifre e condizioni di prova hanno messo in allarme l’industria automobilistica. 

I COSTRUTTORI NON CI STANNO – La potente associazione dei costruttori tedeschi VDA, per bocca del presidente Hildegard Müller,ha infatti affermato che “se si introducesse lo standard Euro 7 con questi limiti significherebbe che la Commissione Europea vieterebbe di fatto le auto con motori a combustione dal 2025. In pratica la Commissione vorrebbe che i veicoli siano praticamente privi di emissioni in ogni situazione di guida, ad esempio con un rimorchio salendo in montagna o nel lento traffico urbano. Questo è però tecnicamente impossibile e tutti lo sanno. I motori sono già pulitissimi, occorrerebbe usare carburanti meno inquinanti, investendo nelle fuel cell e nei biocarburanti“. 

LIMITI SPIAZZANTI – La VDA vorrebbe più chiarezza anche sulle modalità di test per la CO2. Misurarle con una media ponderata sarebbe ben diverso rispetto al mettere nel conto anche brevi ma intensi picchi nelle emissioni. Müller è l’esponente di un’imponente ramo industriale che oggi opera quasi esclusivamente nel settore dei motori a combustione. In ogni caso ha ragione quando dice che un rapido passaggio (5 anni non sono molti per l’automotive) alla mobilità elettrica sarebbe complicato per la mancanza dell’infrastruttura di ricarica.

OCCORRE UNA VISIONE D’ASSIEME – Un’ultima considerazione: ricordate il test condotto da Mercedes e Bosch per evidenziare la pulizia dei moderni motori Euro 6d (qui la news)? Si è visto che la presenza degli NOx e del particolato nelle aree urbane non dipende soltanto dagli scarichi dei veicoli. Anche un parco circolante totalmente elettrico emetterebbe inquinanti che vengono, per esempio, dall’usura di pneumatici e freni. Se aggiungiamo gli impianti industriali e quelli di riscaldamento (alcuni ancora a gasolio ma privi di DPF, catalizzatori e quant’altro) è facile capire come la questione della qualità dell’aria nelle aree urbane vada considerata nella sua globalità.

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